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I cittadini hanno paura a prendere il treno e puntano i piedi: vogliono la definitiva chiusura del campo di via di Salone e la riqualificazione della stazione della linea Fl2 che servirebbe i residenti di Settecamini, Case Rosse e del Tecnopolo Tiburtino. In una lettera al presidente della Regione Francesco Rocca, al sindaco Roberto Gualtieri, al presidente del VI Municipio Nicola Franco, chiedono di realizzare «un parcheggio di scambio a servizio dei viaggiatori della stazione ferroviaria al posto del campo nomadi» e, nei 30.000 metri quadri dell'area, di creare «un'isola ecologica», a servizio dei quartieri e delle aziende della Tiburtina Valley.
LA CRITICITÀ
La stazione vive da tempo questo rapporto davvero pesante con il campo rom: già venne chiusa dal 2002 al 2010 per motivi di ordine pubblico e per riaprirla sono stati investiti circa 3 milioni di euro. «Commettevano atti vandalici oltre che alle auto anche ai treni e ai passeggeri», racconta Caterina Crimeni, presidente del Comitato di quartiere di Settecamini.
«Su questo già il presidente del VI Municipio ha dimostrato interesse e volontà a procedere - prosegue la presidente del Comitato di quartiere di Settecamini - Subiamo oltre al danno anche la beffa: viviamo in una situazione di sicurezza precaria, per questo chiediamo il ripristino di una situazione di legalità, ma anche la scarsa erogazione dei servizi, e di servizi essenziali». «Abbiamo avviato un progetto per il superamento del campo - dice il presidente del VI Nicola Franco - Via di Salone è l'unico di Roma che non aveva associazioni che vi operavano. Oggi c'è una rete e grazie a un censimento sappiamo che ci sono circa 350 rom: è il suo minimo storico. L'età media è di 23 anni e loro stessi ci hanno detto che da lì vogliono andar via. Grazie a un progetto di avviamento al lavoro e di formazione entro il 2026 contiamo sulla loro uscita e sulla definitiva chiusura della struttura».
LA MOBILITÀ
I quartieri di Settecamini e Case Rosse sono serviti solo dalle linee 040, 041 e 043. Ci vivono, in pratica, quasi tutti pendolari. Manca una scuola superiore e i ragazzi sono costretti a spostarsi verso il centro della città. Un po' come a Piovarolo, in sostanza, c'è poco o niente. «Ci sono grandissimi problemi di collegamento con i mezzi pubblici, tanto che fino a quando non sarà chiuso il campo - dice la presidente Crimeni - un servizio navetta è assolutamente indispensabile dal momento che non vi sarebbe altro modo di raggiungere la stazione a causa della paura di atti vandalici ai danni delle auto parcheggiate in prossimità della stazione». Per questa ragione i residenti propongono un collegamento che colleghi la stazione di Salone al quartiere di Settecamini e che serva anche il Tecnopolo, uno dei luoghi dove si concentrano le imprese hi-tech della Capitale e dove si accendono i riflettori dello sviluppo economico della città. Ma a pochi passi dal campo rom e dalla stazione c'è tutto un altro scenario: le poche auto parcheggiate lungo la via sono quelle abbandonate: rottami di mezzi e furgoncini parcheggiati lungo discariche abusive di calcinacci, elettrodomestici, buste dell'immondizia. Leggi l'articolo completo suIl Messaggero