Il primo settembre 2016 sarà ricordato come il dimissioni day: se ne andarono di un colpo Marcello Minenna (assessore al Bilancio), Carla Romana Raineri (capo di Gabinetto)...
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IMPASSE
Se per Ama la scelta comunque arriverà questa settimana, attingendo sempre da competenze del nord, per il ruolo chiave di capo di Gabinetto ancora si sta navigando a vista. Non è cosa da poco: chi ricopre quel posto è colui che sovrintende a tutti gli atti dell'amministrazione, vigila sulla loro legittimità, dovrebbe essere il collaboratore più fidato del sindaco. Da un mese ci si affida a un vice capo di gabinetto vicario, Virginia Proverbio, 57 anni, ereditata da Tronca. Ma è un'anomalia che ci sia un vice senza un titolare. Il problema è che anche per riempire questa casella la Raggi sta incontrando delle difficoltà: ad esempio, era stato individuato Caro Lucrezio Monticelli del Consiglio di Stato, ma ci sono degli ostacoli burocratici. Non solo: Gian Luca Berruti, ufficiale della Guardia di Finanza molto stimato, inizialmente ipotizzato dalla Raggi per guidare l'anti corruzione, era apparsa un'ottima soluzione per fare il capo di Gabinetto, ma il comandante generale delle Fiamme Gialle ha negato l'autorizzazione. In sintesi: una raffica di no, causata da questo mese di follia, bufere, nomine firmate e poi revocate via Facebook, giudici della corte dei conti chiamati e poi scaricati con l'accusa di qualche M5S fare parte della casta, ha raffreddato l'entusiasmo di chi all'inizio avrebbe voluto partecipare a un processo di rinnovamento di Roma Capitale.
VENTO DEL NORD
Per l'amministratore unico dell'Ama è stato chiesto aiuto alla Casaleggio e Associati, che di fatto aveva già benedetto la scelta del direttore generale, Stefano Bina, nelle prossime ore dovrebbe essere annunciato il nome, ma certo avere lasciato vacante quel ruolo per oltre un mese non ha aiutato l'azienda. Sempre dalla Casaleggio è arrivato il nome dell'uomo delle partecipate, Massimo Colomban, imprenditore e «indipendentista veneto», come lui stesso ha rivendicato. Più precisamente: il suo nome era in una lista fornita alla Raggi che poi ha contattato e incontrato Colomban che ha convinto anche gli altri assessori. Con una buona dose di perfidia il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia (Colomban nel 2010 si è candidato in una lista che lo sosteneva), gli ha fatto gli auguri: «Spero che il suo lavoro porti ottimi frutti, ogni euro risparmiato sugli sprechi di Roma si può tradurre in qualche euro di tasse in meno pagate dai veneti».
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Il Messaggero