Premette il grilletto convinto di aver puntato il fucile contro un cinghiale. Invece, quel colpo raggiunse al petto uno dei suoi compagni di caccia, Andrea Pulerà,...
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LA NOTTE FATALE
I fatti risalgono al 20 ottobre 2013. E' piena notte quando i bracconieri si trovano al parco di Veio, dove hanno organizzato una battuta di caccia illegale. I tre si dividono: Di Marco si apposta tra i cespugli, mentre Belli e Pulerà prendono un'altra direzione. Il cinquantacinquenne impugna un fucile a pallettoni, calibro 12. Dopo pochi minuti di attesa, sente un rumore e spara. «Fermati! Siamo noi!», urla Belli. Ma è troppo tardi. I pallini si sono già onficcati nel petto di Pulerà, che si è accasciato al suolo. Presi dal panico, i due imputati ritardano la corsa in ospedale. Ora, devono rispondere di omissione di soccorso. Di Marco è accusato anche di omicidio colposo aggravato dalla previsione dell'evento. Per la Procura, avrebbe anche violato le norma comportamentali della caccia, «omettendo di indicare la propria presenza con segnali rivolti ai compagni o ad eventuali persone», si legge nel capo d'imputazione.
Mic. All.
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Il Messaggero