Mafia capitale, Buzzi dal carcere: «A volte si è vittime, io ho dato lavoro a 1200 persone»

Mafia capitale, Buzzi dal carcere: «A volte si è vittime, io ho dato lavoro a 1200 persone»
«Salve, sono quello famoso del momento». Così si è presentato Salvatore Buzzi a Roberto Capelli, deputato nuorese del Cd, componente della Commissione Affari Sociali, che, in...

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«Salve, sono quello famoso del momento». Così si è presentato Salvatore Buzzi a Roberto Capelli, deputato nuorese del Cd, componente della Commissione Affari Sociali, che, in visita ispettiva a Badd'e Carros, ieri ha incontrato 'per casò l'uomo della coop «29 giugno» finito in carcere nel vortice dell'inchiesta sugli appalti nella capitale e da tre giorni trasferito nel penitenziario nuorese.


«Io non sono andato a trovare Buzzi, neppure sapevo che fosse lì - precisa Capelli - Sono andato a vedere le condizioni di quel carcere e quello che ho visto non mi è piaciuto. Ho visitato la struttura, che non esito a definire in condizioni disastrose. Noi, lo Stato, non dobbiamo essere peggiori di chi ha commesso reati», sottolinea. Badd'e Carros è uno dei penitenziari più famosi d'Italia, con detenuti eccellenti, come Leoluca Bagarella e Antonio Carmine Massaro, rinchiusi in 41 Bis in una cella «di 4 metri quadri in condizioni disumane, con il letto attaccato al piatto del bagno turco».



C'è anche Graziano Mesina in As3, «che comunque non ho visto», e ci sono detenuti comuni, anche loro ospitati in condizioni disumane, secondo il deputato: «Ho visto una cella piena di giovani, in condizioni pessime, nonostante la direzione stia cercando di portare avanti interessanti progetti di reinserimento sociale con quelle poche risorse che hanno». Quanto a Buzzi, «dopo che si è presentato mi sono trattenuto in quella cella pochi minuti in più», spiega Capelli. «'A volte si è vittime, io ho dato lavoro a 1.200 personè, mi ha detto mentre prendeva appunti su un quaderno», racconta il deputato.



«Si ma lei ha messo sul lastrico 1300 persone e in ogni caso saprà lei cosa dire ai magistrati», racconta di avergli risposto Capelli, che aggiunge: «'Qui comunque si sta meglio che a Rebibbià, mi ha detto». «Sono stupito che uno come Buzzi ora si trovi in una cella in As2 con altri tre detenuti, dato che in questa fase processuale dovrebbe essere in isolamento: Radio carcere ha i suoi sistemi di 'comunicazionè - dice Capelli - e lì dentro la parlata più comune è il campano e il siciliano», spiega in merito all'alto numero di mafiosi e camorristi ristretti nel carcere nuorese.



«Certo, chi ha fatto questa scelta di mandarlo a Nuoro avrà fatto le sue valutazioni, ma a me comunque appare quantomeno strana. Visto che scrive e prende appunti per riordinare le sue idee, forse sarebbe stato meglio non tenerlo in una cella con altre tre persone».
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Il Messaggero