Banchi bassi per bambini ormai già alti. Alla faccia della buona scuola, agli allievi di quinta elementare della Jean Piaget di Roma, tocca studiare sui tavolini destinati...
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Ma andiamo per ordine: prima della partenza dell’anno scolastico, a settembre, la preside del plesso scolastico I. C. Piazza Minucciano Marina Todini si accorge che all’appello mancano 20 banchi biposto e rispettive sedie destinati alle classi quinte e 10 per le classi terze. Non solo. Servono anche 14 banchi per le prime e 9 per i ragazzi delle medie. Immediatamente si attiva con una richiesta urgente all’ufficio scuole del III Municipio, quello di competenza. Tanta è la necessità, che la scuola si dice addirittura pronta a utilizzare mezzi di trasporto privati messi a disposizione dalle famiglie, pur di risolvere rapidamente il problema. Nulla, però, accade. I bambini tornano in classe al suono della prima campanella e quelli delle quinte si contendono i pochi banchi disponibili, adatti alla loro altezza. I più sfortunati, da ormai più di quattro mesi, devono seguire le lezioni rannicchiati sui banchetti più bassi di diversi centimetri.
Qualcuno inizia a risentirne in maniera pesante tanto da dover ricorrere a cure mediche per risolvere problemi legati alla cattiva postura. “Questa situazione sta diventando insostenibile – racconta la mamma di una bambina – mia figlia si lamenta continuamente del mal di schiena e dopo averla portata ad un controllo, la pediatra si è raccomandata che stia seduta in maniera corretta perché in questa fase delicata della crescita si può andare incontro a patologie pericolose legate alla colonna”. “Non capisco perché i nostri figli debbano studiare stando scomodi, il diritto alla salute dovrebbe essere garantito a tutti, ma non è quello che sta accadendo”, le fa eco un papà esasperato.
La dirigente Todini è delusa ma continua a sperare in una soluzione positiva, che però tarda ad arrivare: “Non so cosa altro fare. Sono vicina ai genitori e condivido la loro preoccupazione. Ho anche tentato di fare richiesta ad alcune scuole del territorio affinché ci forniscano i banchi mancanti, ma anche in questo caso il mio appello è stato inascoltato. Mi auguro che con il nuovo anno l’ufficio scuola del III Municipio mi chiami per segnalarmi l’arrivo dei banchi”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero