Roma, in quinta elementare sui banchi di prima: alunni con il mal di schiena alla Piaget

Roma, in quinta elementare sui banchi di prima: alunni con il mal di schiena alla Piaget
di Alessandro Tittozzi
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Mercoledì 11 Gennaio 2017, 18:35
Banchi bassi per bambini ormai già alti. Alla faccia della buona scuola, agli allievi di quinta elementare della Jean Piaget di Roma, tocca studiare sui tavolini destinati ai piccoli della prima. Risultato: otto ore seduti scomodamente tra mal di schiena e gambe che formicolano. E’ la denuncia congiunta di genitori e dirigente che da mesi attendono invano la fornitura dei banchi regolari.

Ma andiamo per ordine: prima della partenza dell’anno scolastico, a settembre, la preside del plesso scolastico I. C. Piazza Minucciano Marina Todini si accorge che all’appello mancano 20 banchi biposto e rispettive sedie destinati alle classi quinte e 10 per le classi terze. Non solo. Servono anche 14 banchi per le prime e 9 per i ragazzi delle medie. Immediatamente si attiva con una richiesta urgente all’ufficio scuole del III Municipio, quello di competenza. Tanta è la necessità, che la scuola si dice addirittura pronta a utilizzare mezzi di trasporto privati messi a disposizione dalle famiglie, pur di risolvere rapidamente il problema. Nulla, però, accade. I bambini tornano in classe al suono della prima campanella e quelli delle quinte si contendono i pochi banchi disponibili, adatti alla loro altezza. I più sfortunati, da ormai più di quattro mesi, devono seguire le lezioni rannicchiati sui banchetti più bassi di diversi centimetri.

Qualcuno inizia a risentirne in maniera pesante tanto da dover ricorrere a cure mediche per risolvere problemi legati alla cattiva postura. “Questa situazione sta diventando insostenibile – racconta la mamma di una bambina – mia figlia si lamenta continuamente del mal di schiena e dopo averla portata ad un controllo, la pediatra si è raccomandata che stia seduta in maniera corretta perché in questa fase delicata della crescita si può andare incontro a patologie pericolose legate alla colonna”. “Non capisco perché i nostri figli debbano studiare stando scomodi, il diritto alla salute dovrebbe essere garantito a tutti, ma non è quello che sta accadendo”, le fa eco un papà esasperato.

La dirigente Todini è delusa ma continua a sperare in una soluzione positiva, che però tarda ad arrivare: “Non so cosa altro fare.
Sono vicina ai genitori e condivido la loro preoccupazione. Ho anche tentato di fare richiesta ad alcune scuole del territorio affinché ci forniscano i banchi mancanti, ma anche in questo caso il mio appello è stato inascoltato. Mi auguro che con il nuovo anno l’ufficio scuola del III Municipio mi chiami per segnalarmi l’arrivo dei banchi”.
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