Vi giuro che adesso chiedo l’amicizia a Fabrizio Brambilla @stefano_caldari Che cosa hanno in comune Fabrizio Brambilla,...
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chiedo l’amicizia
a Fabrizio Brambilla
@stefano_caldari
Che cosa hanno in comune Fabrizio Brambilla, Anwar Jitou, Jayden K. Smith e Antony Caramy? Semplice, sono bufale. «Dite a tutti i contatti della vostra lista di Messenger di non accettare la richiesta di amicizia di Fabrizio Brambilla. Lui ha una foto con un cane. È un hacker...». Chissà a quanti di voi e quante volte già è arrivato questo messaggio. Si raccomanda di fare circolare, ne va della sicurezza del pc, se uno tra gli amici - non sia mai - diventa amico di questo presunto cyber criminale lui attaccherà anche voi. Fin troppi ci credono, o comunque metti che è vero, e diffondono senza farsi troppe domande. Il povero signor Brambilla (così come prima di lui Smith, Caramy e Jitou) e il suo cane non sono hacker, e si ritrovano chissà come in queste catene di Sant’Antonio che minacciano catastrofi social.
Tranquilli, i bulli informatici in questione non possono hackerare il vostro pc solo perché qualche amico di fb lo accetta tra i suoi contatti. È come se un ladro potesse entrare in casa vostra scassinando la porta di un altro. Il fake allarme ha superato i confini di fb per seminare ansia su whatsapp, con un testo appena ritoccato, un po’ come la fandonia sul “signore oscuro” che spia gli utenti tramite lo smartphone o come la “chiamata che contiene un virus”. Le frottole sono così tante che su fb c’è il gruppo anti-bufale. E noi lì, travolti dalle menzogne, cominciano a perdere l’orientamento e a convincerci che non c’è niente di più vero del falso, se tutti ci credono. Finché un giorno ci ritroveremo tra i signor Brambilla, hacker a nostra insaputa.
maria.lombardi@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero