«Qui non vedo buche», diceva Beppe Grillo poche settimane fa andando in giro per Roma. Eppure i crateri che squarciano l'asfalto da Nord a Sud della Capitale...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Colpa di «un elevato numero di cavità sotterranee» di cui purtroppo «si ha ancora una conoscenza parziale», ammette la giunta pentastellata, e che possono «causare lo sprofondamento del suolo», esponendo a un serio pericolo residenti e cittadini di passaggio. La crisi di oggi è frutto di anni di lassismo e incuria, va detto, un mix rovinoso che ora fa registrare un «incremento dei livelli di rischio per la città», annota il Campidoglio, pronto a prendere provvedimenti rafforzando i controlli e lavorando spalla a spalla con i tecnici dell'Autorità di Bacino.
Proprio l'Authority, ad aprile, aveva sfornato un rapporto dove venivano segnalate 28 zone a rischio, soprattutto nel quadrante settentrionale della città; un'allerta che interessava complessivamente un territorio di 1.135 ettari in cui vivono e lavorano 250mila persone, «un'esposizione che risulta la più elevata d'Europa», hanno messo in guardia gli esperti.
IN SICUREZZA
L'altra minaccia riguarda le frane, soprattutto a ridosso del Tevere e dell'Aniene, ma anche nei paraggi di quel reticolo di fiumiciattoli e rivi che si protende per quasi 700 chilometri.
Nel documento votato dalla giunta si parla di «circa 380 siti» pericolosi, o meglio «aree interessate da eventi franosi o evidenziate come potenzialmente franose». Ecco perché ora l'amministrazione comunale ha deciso di «avviare un rinnovato percorso di controllo e governance del rischio idrogeologico del territorio», chiedendo ai vari dipartimenti, dall'Urbanistica ai Lavori pubblici, di lavorare in sinergia per fare fronte all'«insufficienza strutturale» del territorio e all'ingente «quantità di risorse necessarie» per la messa in sicurezza dei luoghi a rischio.
Con l'Autorità di Bacino dovrebbe essere stipulato un protocollo d'intesa a stretto giro di posta, tocca capire a quali interventi dare priorità nei prossimi mesi, in base al livello di pericolo, sia sul versante dei crolli a ridosso dei fiumi, sia per evitare che il terreno piombi giù con questa frequenza. È fondamentale, per la giunta, «una mappatura del livello di attenzione, di pericolosità e di rischio delle aree soggette a fenomeni franosi e a sprofondamento per le cavità», solo così si potranno valutare «le misure più opportune» da mettere in campo il prima possibile. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero