Buche pericolose, la madre di Elena Aubry: «Tappiamole, ma il Comune non ci lasci soli»

«Io faccio, tu Stato, guardami, rispettami e copia il mio esempio». L'appello a Raggi & Co. questa volta arriva forte e chiaro da Graziella Viviano. Da domani...

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«Io faccio, tu Stato, guardami, rispettami e copia il mio esempio». L'appello a Raggi & Co. questa volta arriva forte e chiaro da Graziella Viviano. Da domani mattina la mamma di Elena Aubry, la ragazza di 25 anni morta in moto sulla via Ostiense all'inizio di maggio, sarà in strada con i volontari dell'associazione Tappami a riempire le buche cerchiate con lo spray giallo. «Prima segnaliamo poi tappiamo», aveva promesso mamma Graziella dopo avere avuto un primo colloquio con Cristiano Davoli, presidente di Tappami, a pochi giorni dal lancio dell'iniziativa di indicare con la vernice le buche e i dossi pericolosi sulle disastrate strade di Roma. Domani si comincerà proprio da Monteverde, il quartiere dove Elena viveva con la sua famiglia.

 

L'APPELLO
«Sono voluta partire con Tappami dal quartiere di Elena e mio. Da quelle strade che Lei ha percorso più volte, dove è cresciuta, dove andava a scuola - scrive Graziella sulla sua pagina Facebook, sempre più seguita -. Lunedì (domani, ndr) con un segno non si salveranno solo delle vite (e non sarebbe già poco). C'è molto dietro questo gesto. Significa io mi riapproprio dello spazio in cui vivo, del mio quartiere e su questo agisco e incido positivamente, anche io. Significa posso cambiare le cose, anche da solo, addirittura posso salvare delle vite. Io ci sono, sono un cittadino, valgo e posso fare, do rispetto, segnalo e devo essere preso in considerazione». Concludendo così: «Io faccio tu Stato, guardami, rispettami e copia il mio esempio». Insomma, come dire a chi amministra: muoviti, fai qualcosa pure tu. Ma mamma Graziella l'ha sempre detto, non ne vuole fare una questione politica. Piuttosto che andare con il cappello in mano a chiedere qualcosa, per sentirsi dire vedremo, faremo, ha scelto un'altra strategia, ha preferito agire da subito. Ha avanzato proposte, ha lanciato idee anche semplici, a costo zero, per salvare vite umane, per impedire che altri genitori piangano i loro figli morti sulle strade dissestate. «Quando avremo finito di segnalarle le buche, ora arriveremo anche a tapparle. In che altro modo ci dobbiamo sostituire alle istituzioni? Noi siamo qui ad agire e agiremo comunque, chi vuole ci segua».
 

L'ITINERARIO

L'appuntamento di domani è alle 11,30 nella piazzetta del Bel Respiro. Graziella e chiunque vorrà partecipare precederà i mezzi e i volontari di Tappami segnalando le buche e le spaccature pericolose sull'asfalto e loro seguiranno per chiuderle con bitume di qualità. «Non importa quanti saremo - dice Graziella - Ma il messaggio quello sì. Perché ognuno può farlo, in qualsiasi momento». L'itinerario? «Sicuramente andremo in via Ramazzini, davanti alla Croce Rossa - spiega - in via del Casaletto vicino alla fermata del tram 8, ma anche nella parte dei Colli Portuensi e di via Newton non riasfaltate». Nella battaglia di Graziella non ci sono solo buche, dossi e radici da eliminare. C'è un'altra questione che in nome di Elena vuole sollevare: «La caduta di mia figlia è stata determinata dalle cattive condizioni dell'asfalto, ma poi lo schianto contro il vecchio guard-rail non le ha dato scampo - dice Graziella - L'Europa da tempo chiede all'Italia di sostituire tutti quei parapetti vecchi e pericolosi contro cui i motociclisti finiscono affettati. Ma sostituirli con quelli di nuova generazione, evidentemente, costa di più che pagare le sanzioni previste dall'Europa».
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Il Messaggero