25 aprile, il corteo della Brigata Ebraica. Della Rocca: «Storia è qui, resto menzogna»

25 aprile, il corteo della Brigata Ebraica. Della Rocca: «Storia è qui, resto menzogna»
E' stato l'Inno di Mameli, intonato dai partecipanti, ad accompagnare il presidio di via Balbo a Roma, dove si celebra, in occasione del 25 aprile, la Brigata...

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E' stato l'Inno di Mameli, intonato dai partecipanti, ad accompagnare il presidio di via Balbo a Roma, dove si celebra, in occasione del 25 aprile, la Brigata Ebraica, dove ha presenziato la sindaca Virginia Raggi al fianco della presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello, molto applaudita, che ha dichiarato: «Noi siamo fieri di essere ebrei ma soprattutto di essere italiani. Mi auguro che non siano mai le divisioni a prevalere, ma le coscienze e le verità storiche. Qui non si tratta di dividere, ma riconoscere ciò che è stato, non voler tradire e non voler ricostruire e rivedere o peggio svilire ciò che è stato. La memoria è una e una sola, e a quella dobbiamo rifarci». 


La Raggi ha sottolineato: «Sono onorata di portare il saluto di Roma Capitale, e ringrazio la Brigata Ebraica che con i suoi ragazzi ha preso parte a tutte le lotte che hanno consentito di portare l'Italia fuori dal periodo nazifascista. Io sono nata in epoca di pace - ha aggiunto - di guerra me ne hanno parlato i miei nonni. La nostra eredità e il nostro dovere morale è coinvolgere i giovani e raccontare loro, essere testimoni dei testimoni, affinché la storia di un passato così buio non torni più. Se oggi siamo qui e possiamo parlare lo dobbiamo a persone che hanno dato la vita - ha concluso Raggi - Noi ringraziamo quei ragazzi e il miglior  ringraziamento è non dimenticare». Critico il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni: «Vorrei che questa fosse l'ultima manifestazione che si fa in questo modo. Vorrei che il prossimo anno si torni tutti quanti a fare la manifestazione insieme».

«La storia è qui, tutto il resto sono menzogne», ha chiosato il vicepresidente della comunità Ruben Della Rocca.
«Non abbiamo voluto noi la rottura - ha aggiunto - Si è aggravata negli anni. Gli episodi incresciosi in cui è stato insultato Piero Terracina in occasione di una manifestazione del 25 aprile hanno segnato una spaccatura micidiale. Se i nodi sono venuti al pettine vanno risolti. Non c'è stato in questa città un ascolto e una comprensione. Vogliamo portare la testimonianza della nostra storia, non solo il sacrificio di milioni di vittime. Tutto questo non può essere dimenticato ne mescolato col mito velenoso e pericoloso che ha inquinato la politica, per cui il conflitto israelo-palestinese è buoni contro cattivi, ragione contro torto, oppressori contro oppressi. Non è così e molti pensano che i miti siano superiori alla verità. Fanno tutto per nascondere che il terrorismo di questi anni ha avuto una scuola importante e noi sappiamo qual è questa scuola. Pensiamo alla realtà, ai disastri del Medio Oriente e non si fa niente per bloccare e invece si fanno portare certi gonfaloni in giro. Per questo abbiamo dovuto fare una manifestazione divisa - ha concluso Di Segni - Io spero che l'anno prossimo si torni a fare una manifestazione unita».

Anche Maria Elena Boschi ha partecipato al corteo della Brigata ebraica. «Oggi è il giorno della Liberazione e nessuno ha diritto di inserirci significati diversi, il 25 aprile è la festa della Liberazione, della memoria e non delle

divisioni.E chi pensa che tenere fuori la Brigata Ebraica dalle celebrazioni del 25 aprile nega la verità e la storia».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero