La Raggi ha sottolineato: «Sono onorata di portare il saluto di Roma Capitale, e ringrazio la Brigata Ebraica che con i suoi ragazzi ha preso parte a tutte le lotte che hanno consentito di portare l'Italia fuori dal periodo nazifascista. Io sono nata in epoca di pace - ha aggiunto - di guerra me ne hanno parlato i miei nonni. La nostra eredità e il nostro dovere morale è coinvolgere i giovani e raccontare loro, essere testimoni dei testimoni, affinché la storia di un passato così buio non torni più. Se oggi siamo qui e possiamo parlare lo dobbiamo a persone che hanno dato la vita - ha concluso Raggi - Noi ringraziamo quei ragazzi e il miglior ringraziamento è non dimenticare». Critico il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni: «Vorrei che questa fosse l'ultima manifestazione che si fa in questo modo. Vorrei che il prossimo anno si torni tutti quanti a fare la manifestazione insieme».
«La storia è qui, tutto il resto sono menzogne», ha chiosato il vicepresidente della comunità Ruben Della Rocca.
«Non abbiamo voluto noi la rottura - ha aggiunto - Si è aggravata negli anni. Gli episodi incresciosi in cui è stato insultato Piero Terracina in occasione di una manifestazione del 25 aprile hanno segnato una spaccatura micidiale. Se i nodi sono venuti al pettine vanno risolti. Non c'è stato in questa città un ascolto e una comprensione. Vogliamo portare la testimonianza della nostra storia, non solo il sacrificio di milioni di vittime. Tutto questo non può essere dimenticato ne mescolato col mito velenoso e pericoloso che ha inquinato la politica, per cui il conflitto israelo-palestinese è buoni contro cattivi, ragione contro torto, oppressori contro oppressi. Non è così e molti pensano che i miti siano superiori alla verità. Fanno tutto per nascondere che il terrorismo di questi anni ha avuto una scuola importante e noi sappiamo qual è questa scuola. Pensiamo alla realtà, ai disastri del Medio Oriente e non si fa niente per bloccare e invece si fanno portare certi gonfaloni in giro. Per questo abbiamo dovuto fare una manifestazione divisa - ha concluso Di Segni - Io spero che l'anno prossimo si torni a fare una manifestazione unita».
Anche Maria Elena Boschi ha partecipato al corteo della Brigata ebraica. «Oggi è il giorno della Liberazione e nessuno ha diritto di inserirci significati diversi, il 25 aprile è la festa della Liberazione, della memoria e non delle
divisioni.E chi pensa che tenere fuori la Brigata Ebraica dalle celebrazioni del 25 aprile nega la verità e la storia».
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