«Giocavo sulla spiaggia, sono affondato con i piedi sulle braci di un falò ricoperto di sabbia e mi sono bruciato». Così Jacopo, 2 anni, con il suo...
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Il papà ricorda come un incubo quel pomeriggio. «La mattina di Ferragosto siamo scesi in spiaggia (all'altezza di via Capri, ndr) e l'abbiamo trovata un po' sporca - aggiunge - poi nel pomeriggio verso le 18 abbiamo deciso di tornare. Mio figlio stava giocando quando mia moglie, che era vicino a lui, si è accorta che Jacopo saltellava sulla sabbia come se qualcosa lo avesse punto. Lo ha preso in braccio, convinta che si fosse ferito con il vetro di una bottiglia e invece ha visto le ustioni. I residui dei falò erano ancora accesi». Immediata la corsa al pronto soccorso della clinica Sant'Anna a Pomezia, ma qui lo staff sanitario non ha potuto fare nulla. «Le bruciature erano troppo profonde - prosegue Silvano - e mi hanno consigliato di andare subito al Sant'Eugenio». Da quel momento per il piccolo e i suoi genitori è iniziato il calvario che solo ieri l'uomo ha deciso di denunciare tutto su Fb.
«Ho pubblicato anche la foto di Jacopo con i piedini fasciati perché spero che cose del genere non accadano più - spiega - mio figlio è vittima sia di coloro che avrebbero dovuto spegnere il fuoco e invece lo hanno soffocato gettandoci sopra un po' di sabbia forse senza sapere che lo avrebbero alimentato. Ma è anche vittima di coloro che avrebbero dovuto pulire e invece non lo hanno fatto». Per questo l'uomo ha presentato una denuncia alla guardia costiera di Torvaianica e un esposto ai carabinieri. E sta prendendo contatto con un avvocato per chiedere i danni al Comune di Pomezia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero