La mamma di Elena Aubry, la giovane motociclista morta il 7 maggio scorso in un incidente sulla via Ostiense costellata di dossi e radici, chiede un incontro con il ministro delle...
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«Ci sono associazioni disposte a finanziare queste protezioni, ma non possono essere installate perché in Italia manca un piano di attuazione della normativa europea su questi dispositivi di sicurezza. Voglio chiedere al ministro di sbloccare questa situazione per aiutare gli italiani a non morire sulle strade. Dapprima questa sorta di barriere potrebbere essere messe nei punti più critici, in prossimità delle curve. Si comincerà piano piano, da Bologna e Roma e poi in tutte le città».
Strade killer, la mamma di Elena: «Gente muore, Comune è fermo»
LA BATTAGLIA
Graziella Viviano è stata contattata dal un gruppo di motociclisti di Bologna. «Hanno comprato e regalato all’amministrazione le protezioni - scrive la madre di Elena su facebook - Ma non si riesce ad andare avanti perché gli stessi Comuni si trovano in difficoltà ad accettare le barriere poiché mancano piani di attuazione che permettano di recepire e mettere in opera quei manufatti. Protezioni che invece vengono tranquillamente montate e rese operative, in molti paesi europei, in questo specifico caso, in Spagna. È un paradosso. I soldi ci sono perchè le protezioni vengono regalate, ma tutto è bloccato. La legge è stata emanata dall’Europa nel 2012, recepita dall’Italia ma… tutto giace, immobile, nei cassetti del ministero, almeno dal 2016». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero