Una tradizione romana: gli scassinatori da burletta

Una tradizione romana: gli scassinatori da burletta
La storia del presunto ladro che a via Gregorio VII voleva raggiungere una banca scavando un tunnel sotterraneo ed è rimasto prigioniero del suo stesso buco è...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

La storia del presunto ladro che a via Gregorio VII voleva raggiungere una banca scavando un tunnel sotterraneo ed è rimasto prigioniero del suo stesso buco è l’ultimo esempio di una tradizione, si potrebbe dire una scuola romana di delinquenti da macchietta, categoria che può vantare anche nobilissimi ascendenti cinematografici: inevitabile la citazione dei Soliti ignoti.

Tra mille esempi, limitandoci alle cronache più recenti possiamo ricordare il topo d’appartamento che dopo il furto in un palazzo a Vigne Nuove è fuggito calandosi con una corda, ma avendo calcolato male la lunghezza della fune è precipitato nel vuoto, finendo prima all’ospedale e poi in carcere; o i due scassinatori che a febbraio hanno rubato la cassa della pasticceria Panella, ma poi si sono fatti prendere dalla gola e si sono trattenuti più del dovuto per abbuffarsi di torte e cornetti, dando tempo ai carabinieri per arrivare in via Merulana e arrestarli; oppure, andando un po’ più indietro nel tempo, si può menzionare quel ladro romano in trasferta a Talamone che ha svaligiato una villa ed è fuggito, ma ha lasciato nell’abitazione le chiavi della sua auto, consentendo così agli investigatori di individuarlo e incriminarlo. Come diceva il ladro fallito Mastroianni ai suoi complici entrati nell’appartamento sbagliato: «Rubare è un mestiere impegnativo, ci vuole gente seria. Voi al massimo potete andare a lavorare».

 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero