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Il Pd crede di avere già il Campidoglio in tasca. “A Roma si vince”, ripete Enrico Letta a tutti i suoi interlocutori. Idem Nicola Zingaretti, uomo forte dem nella Capitale e che si è speso tanto ma ancora di più si spenderà, in questi ultimi giorni prima del ballottaggio, per il successo di Roberto Gualtieri. L’ex ministro dell’Economia parte tre punti dietro Enrico Michetti, ma non è questo il problema. Michetti infatti ha abbastanza fatto il pieno dei suoi voti, secondo gli analisti dei flussi elettorali, mentre l’esponente democratico dovrebbe ricevere la maggior parte dei nuovi consensi - se ci saranno - dal bacino di Carlo Calenda (quasi il 20 per cento al primo turno) e qualcuno anche dal tesoretto di Virginia Raggi che però la sindaca uscente si sta tenendo molto stretto.
Ballottaggio Roma, le strategie di Michetti e Gualtieri
Il punto vero è che molto dipenderà da chi deciderà di recarsi alle urne al ballottaggio, tra gli astenuti al primo turno. Dunque la destra ha la possibilità di non farsi superare?
Ne è convinta Giorgia Meloni e infatti va dicendo a Michetti: “Enrì, adesso basta fair play, ora devi mordere, andare all’attacco, basta uscite sugli antichi romani o formule da Gazzetta amministrativa”. Michetti ora prova a cambiare strategia proprio per acchiappare i delusi: radicalizzando i toni e i temi.
Intanto in M5s - lato Conte che è per Calenda e farà un endorsement più esplicito delle timide dichiarazioni di queste ore, prudenti per non irritare ancora di più la Raggi - hanno paura che Virginia tiri qualche scherzetto. Ce l’ha con l’ex premier. Ha sempre detestato il Pd di Roma. Da quando ha perso ripete: “I voti sono i miei, non di Conte”. Si tratta di un tesoretto da 211.816 preferenze. Pari al 19,1 per cento. Possono far piangere e ridere i due sfidanti. I big vicini a Conte ammettono: “Ormai Virginia è fuori controllo: non risponde al telefono, qualsiasi mediatore sta fallendo. Siamo disperati”. Dal Pd hanno questo sospetto: “La sindaca non fa certo il tifo per noi, ma per il nostro avversario”. Si spera, al Nazareno, in una telefonata filo-Gualtieri di Grillo a Raggi. E a prepararla potrebbe essere Goffredo Bettini che con Grillo ogni tanto si sente e tra i due ci sarebbe stima.
L'analisi del voto a una settimana dal ballottaggio
Dunque convinti di vincere a Roma, e in effetti i margini ci sono eccome, non vogliono lasciare niente di intentato.
Giorgia riuscirà a dare sangue sufficiente per rianimare Michetti? Se la risposta delle urne sarà negativa, i lividi segneranno ala leader di Fratelli d’Italia ma i romani, nella sua città, nella città che ama e che è stata il trampolino della sua carriera, possono rivelarsi i suoi grandi alleati. Quanto a Michetti, si sta sintonizzando su alcuni dei cavalli di battaglia di Raggi, compreso il progetto delle funivie oltre che l’Expo su cui Enrico ha dato assicurazioni a Virginia nell’incontro di ieri a cui seguirà lunedì quello della sindaca uscente con Gualtieri.
Il totonomi di Gualtieri
Il centrosinistra si prepara a un weekend di mobilitazione in tutti i municipi e in cento piazze in vista della chiusura a piazza San Giovanni venerdì 15 ottobre. Inizia anche - a sprezzo della superstizione - il totonomi per la possibile giunta Gualtieri. Le voci che circolano vorrebbero Sabrina Alfonsi (due volte presidente del I municipio) assessora alla Cultura o più probabilmente alla Scuola. La consigliera uscente Svetlana Celli potrebbe prendere le deleghe allo Sport o guadagnarsi la presidenza dell’Aula Giulio Cesare. Mentre di Alessandro Onorato, coordinatore della civica per Gualtieri, si parla per l’assessorato al Commercio. Nomi che circolano e che, di ora in ora, cambiano. Ma si tratta di scenari ancora prematuri e la vera attenzione è naturalmente alla caccia ai voti e poi si vedrà. Intanto attenzione, dicono molti dei dirigenti dem: “Il Tribuno Michetti prova a sedurre l’elettorato della sindaca uscente per esempio ha appena proposto padrone esterne gratis per bar e ristoranti e così s’acchiappa i commercianti”.
Gli incastri di Michetti
I michettiani fanno i calcoli provando a irrobustire i desiderata dell’avvocato: “A Raggi conviene che al ballottaggio vinca il centrodestra perché in questo modo potrà fare un’opposizione reale, continuando a farsi sentire”. Se al contrario avrà la meglio il centrosinistra, il Movimento dovrebbe abbassare notevolmente il tono della voce considerando che il Pd, da cui viene Gualtieri, a livello nazionale e non solo è alleato dei pentastellati”.
Oltre i possibili incastri della politica, c’è la linea decisa dalla sindaca uscente: non ci sarà un’indicazione di voto “perché gli elettori non sono mandrie che si spostano”, ha ribadito ieri la Raggi al termine dell’incontro con Michetti. E lunedì toccherà appunto a Gualtieri prendersi il caffè in Campidoglio. Mentre Calenda ormai ha deciso il suo voto per Gualtieri ma senza impegnare Azione e rifiutando qualsiasi possibile posto in giunta. I pronostici per domenica 17, al di là delle rispettive propagande che tirano acqua al proprio mulino, non danno un vincitore sicuro e ciò rende più sexy la settimana di scontro elettorale che sta per cominciare.
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