Axel, addio alla pista del ghiaccio di Roma: via libera alla demolizione

Axel, addio alla pista del ghiaccio di Roma: via libera alla demolizione
Axel, la pista del ghiaccio di piazza Mancini, sarà abbattuta. In questi giorni è arrivato infatti il via libera per lo smantellamento della struttura, chiusa...

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Axel, la pista del ghiaccio di piazza Mancini, sarà abbattuta. In questi giorni è arrivato infatti il via libera per lo smantellamento della struttura, chiusa nell'aprile 2015 dal Municipio II per alcune irregolarità edilizie. La decisione è stata presa dal giudice Giuseppe Lauropoli (III sezione del Tribunale di Roma), in questo modo si mette la parola fine a una lunga controversia sul destino dell'area. Adesso l'Inps, proprietaria dei terreni, sta dando il mandato a un'impresa che si occuperà di demolire l'opera che, nel frattempo, è finita nel degrado e nell'abbandono. Si parla di circa 5.000 metri quadri scoperti e 1.000 coperti, con una pista di dimensioni olimpioniche, palestra, foyer per il pubblico. Costo previsto dell'operazione, attorno ai 300.000 euro. I lavori dovrebbero iniziare entro l'estate. Cosa sorgerà sul terreno una volta liberato però, ancora non si sa nulla. Nubi dense.

I SIGILLI
Nell'aprile del 2015 la pista fu chiusa. «Era completamente abusiva - spiegava l'allora minisindaco Giuseppe Gerace - e per anni ha utilizzato degli escamotage per rinnovare dei permessi inizialmente concessi per tre mesi». «Strano che questa determina del Municipio - avevano replicato i soci dell'Axel - arrivi proprio mentre eravamo impegnati a sistemare le cose con l'assessorato all'Urbanistica». Le polemiche durarono mesi, a nulla valsero gli sforzi dell'associazione dei genitori per ottenere la riapertura della pista sul ghiaccio, l'unica a Roma. Uno sport particolare, tanto che le 1.000 bambine iscritte finirono per rinunciare o costringere i genitori a fare chilometri per continuare la loro attività (a Mentana o sulla Tiburtina). Sia il Municipio sia l'assessorato allo Sport promisero una nuova pista di pattinaggio in sostituzione, e in tempi brevi. Cosa che non avvenne. Dopo tre anni quello che resta della struttura sopravvissuta agli atti vandalici e al concreto rischio di incendi o di crollo per neve, è ancora presente a piazza Mancini. Dopo la demolizione della struttura, ancora non è chiaro cosa accadrà. Per l'area è comunque obbligatoria una destinazione sportiva nell'ambito del Piano Urbano Flaminio. Una nuova legge regionale, la n. 17 del 31.12.2016, consentirebbe addirittura alla struttura di essere autorizzata ex-novo. Non si tratterebbe di sanare un abuso ma di smontare l'opera realizzata sulla base di autorizzazioni scadute e di rimontarla con le opportune modifiche secondo i dettami previsti dalla nuova normativa. Questo si è impegnata a fare una nuova società di gestione che ha chiesto all'Inps di stipulare un contratto di affitto per intraprendere questo percorso assumendone ogni responsabilità e onere. Al momento tutto tace.
LA RIVOLTA

Nei giorni seguenti la chiusura della pista, il tam-tam delle mamme (anche di diversi vip) fu rumoroso. «Cosa dico adesso a mia figlia?», la domanda ricorrente. «Un conto è praticare uno sport come nuoto o tennis, si può fare ovunque. Ma dove la troviamo un'altra pista del ghiaccio?». Petizioni, assemblee, addirittura l'idea di mettersi insieme e rilevare la società. Nulla di tutto ciò, anche perché la gestione di un'attività del genere costa milioni di euro l'anno. Intanto, il quartiere attende la demolizione, se non altro per una questione di decoro. Nella speranza che il Municipio e il Comune trovino presto risorse e idee per non trasformare l'area in terra di nessuno.
Michele Galvani
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Il Messaggero