«Allora, l'espressione Aho! in questa aula non si usa». Facciano bene attenzione i consiglieri capitolini a quel che dicono e soprattutto al modo in cui lo dicono:...
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Nel galateo pentastellato - almeno in Campidoglio - non sono gradite espressioni che possono tradire insolenza o peggio mancanza di riguardo nei confronti dei colleghi. «Aho!» è tra queste. Che in tanti modi può essere tradotto, dipende dall'intonazione: che stai a dì?, fai silenzio, levate!, ma chi ti credi d'essere? dico a te. Chissà cosa intendeva il consigliere che ieri in Aula ha urlato «Aoh!», magari niente di tutto questo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero