Atalanta-Lazio, primi arresti: al setaccio i video dell'Olimpico

Atalanta-Lazio, primi arresti: al setaccio i video dell'Olimpico
A incontrarli per strada, con i loro pullover, i jeans attillati e le sneakers ai piedi, sembrerebbero degli anonimi figli di buona famiglia. E invece sono giovani con meno di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
A incontrarli per strada, con i loro pullover, i jeans attillati e le sneakers ai piedi, sembrerebbero degli anonimi figli di buona famiglia. E invece sono giovani con meno di trent’anni – almeno 4 dei 5 arrestati dalla polizia per i disordini avvenuto all’ Olimpico durante la finale di Coppa Italia mercoledì sera – che frequentano lo stadio in maniera «convulsiva», sintetizzano gli inquirenti, e occupano con regolare puntualità gli spalti della Curva nord. Due di loro sono stati arrestati dagli agenti della Digos nei pressi della sede storica degli “Irriducibili” – il gruppo degli ultrà biancocelesti di cui fanno parte – per possesso di artifizi pirotecnici in occasione di manifestazioni sportive. Gli altri tre, invece, compreso un 40enne già con un daspo a carico e membro attivo degli “Irriducibili”, sono stati intercettati e arrestati per i disordini avvenuti nei pressi di Ponte Milvio dove è stata incendiata con una torcia un’auto di servizio della Municipale.


Scontri ultrà, Raggi: «Paghino i club». Lotito: «Non siamo bancomat»


 

 

Dei cinque, che si conoscono da tempo grazie proprio all’assidua frequentazione della “Nord” e degli ambienti, anche esterni allo stadio, ad essa collegati, tre sono risultati incensurati, uno aveva dei piccoli precedenti legati sempre al tifo violento. Per loro è stato richiesto il daspo, mentre per l’uomo più anziano, già raggiunto in passato dal provvedimento, è stata richiesta dalle autorità la sorveglianza speciale. Al momento si trovano tutti nel carcere di Regina Coeli. Chi li conosce – almeno i tre incensurati –, parla di ragazzi avvenenti, figli di una media borghesia romana, che studiano oppure lavorano e che amano comunque divertirsi frequentando gli ambienti più attrattivi e di moda della Capitale. E poi, appunto la Lazio. Oltre ogni ragionevole passione che si tifa allo stadio e di cui si parla e si discute in via Amulio, all’Appio Tuscolano, sede storica degli “Irriducibili”.

Tra questo gruppo di ultrà c’è anche Vincenzo Nardulli, vicino a Forza Nuova, che per i prossimi 2 anni non potrà lasciare il comune di residenza, quello di Grottaferrata, ed è obbligato a restare nella propria abitazione dalle 9 di sera alle 7 di mattina per essere stato considerato uno dei responsabili dei disordini avvenuti a Monti dove alcuni tifosi spagnoli rimasero feriti prima del match di Europa League Lazio-Siviglia. Ma i provvedimenti emessi e legati alla finale di Coppa Italia non finiscono qui, così come proseguono le indagini per capire quanti altri sono i responsabili dei disordini. Gli agenti della Digos stanno passando al setaccio tutti i filmati della scorsa sera e non è escluso che da via di San Vitale possano partire altri provvedimenti.

LE ALTRE MISURE

Intanto, già mercoledì, sono stati daspati tre tifosi dell’Atalanta: due uomini del 1974 e del 1981, e una giovane donna (classe ‘96) arrivata a Roma da Bergamo. Tra i provvedimenti richiesti anche il daspo per un 17enne biancoceleste che mercoledì sera, mentre stava per far esplodere un petardo, è rimasto ferito. Operato d’urgenza, ha subito l’amputazione di una falange della mano. Ma la finale della Coppa Italia non è stata scandita solo dalla violenza fuori dallo stadio. Si è arrivati alla tragedia a pochi minuti dal gol di Milinković-Savić quando un uomo, seduto nei distinti, è stato colto da un infarto ed è morto. Ieri il presidente del club biancoceleste, Claudio Lotito, ha incontrato il figlio regalandogli una maglia con tutte le firme della squadra, mentre oggi la società parteciperà ai funerali. 
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero