Centinaia di certificati di malattia per gli autisti dell’Atac, tutti con lo stesso timbro: quello di un medico arabo. Eppure la grafia che compare sui fogli spediti...
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I CERTIFICATI
Decifrare la scrittura di un medico non è sempre esercizio facile, eccezion fatta per i farmacisti, forse, ma la pila di certificati che si è ammassata nel corso degli anni nel quartier generale di via Prenestina non lascia molti dubbi a chi ha avviato l’indagine interna: quei fogli non sono stati compilati dalla stessa mano. Il sospetto è che decine di dipendenti abbiano sfruttato la compiacenza del dottore arabo, un pediatra, per godere di permessi retribuiti non dovuti.L'INDAGINE
L’inchiesta avviata dall’Atac riguarda 20 dipendenti. Ma i certificati firmati dal pediatra arabo sono molti di più: almeno un centinaio. Col particolare appunto che la grafia del dottore cambia di foglio in foglio. Un trucco così smaliziato che la discrepanza è stata notata dagli addetti del Personale, che hanno girato poi la questione agli ispettori aziendali. L’ultimo tassello per far scattare le sanzioni disciplinari è una perizia che certifichi l’imbroglio: a questo serve la consulenza ordinata ieri. Poi partiranno, con buona probabilità, i licenziamenti. Del resto già un anno fa l’azienda ha messo alla porta 7 conducenti proprio per essersi assentati sfruttando le finte malattie dei bimbi: in quel caso, però, a smentire i dipendenti erano stati gli stessi pediatri. Grazie alla carta intestata dei certificati, difatti, la municipalizzata era riuscita a risalire agli studi medici e i dottori avevano disconosciuto l’autenticità dei documenti: «Noi non li abbiamo mai firmati», hanno raccontato. C’è da immaginare che i genitori, in quel caso, siano riusciti a ottenere un referto vero e poi, previa fotocopia, abbiano cambiato la data per poterlo ripresentare alla bisogna, ogni volta che volevano evitare di presentarsi al lavoro. Con un unico errore tattico: avere ripetuto la truffa troppe volte, fino a destare sospetti tra chi si occupa della gestione del Personale.RECORD DI ASSENTI
L’assenteismo, piaga antica tra i conducenti dei trasporti pubblici dell’Urbe, nel 2020 ha segnato l’ennesimo record negativo: mai così tanti malati. Nel I trimestre dell’anno il 16,8% dei dipendenti ha dato forfait al lavoro - ferie escluse, ça va sans dire - e quasi un lavoratore su dieci (il 9,8%) ha presentato un certificato medico per schivare il turno. Un trend confermato nel II trimestre, come annotato nell’ultimo rapporto sulle presenze pubblicato dall’azienda: assenteismo al 16,2%, ma col record di permessi 104, anche perché nel frattempo erano entrati in vigore i congedi dell’emergenza Covid. Ma c’è chi, col foglio del pediatra solo da precompilare, non ne ha avuto bisogno.Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero