Quando hanno fatto sapere all'Atac di avere un'«inidoneità temporanea» - cioè un impedimento passeggero per motivi di salute - probabilmente si...
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I sindacati hanno già iniziato a protestare. La segreteria del consiglio aziendale, che raggruppa Cgil, Cisl, Uil e Faisa Cisal, ha spedito al responsabile delle relazioni industriali una lettera per chiedere informazioni sulla «collocazione coatta in aspettativa di alcuni colleghi, dichiarati inidonei temporanei alla mansione», sollecitando il «ritiro immediato dell'atto». L'azienda per ora ha convocato un vertice il prossimo 4 maggio. Va detto che da quando è stata avviata la procedura di concordato, il clima tra i vertici di Atac e le corporazioni interne, solitamente battagliere, è stato meno spigoloso del passato, tanto che l'accordo sul nuovo piano industriale è stato firmato dalle sigle che rappresentano l'84% dei lavoratori.
La linea, in ogni caso, sembra chiara: in una situazione finanziaria tormentata, con un debito da 1,3 miliardi di euro e l'ultimo bilancio approvato la settimana scorsa con perdite da 120 milioni, l'Atac non può più permettersi certe sacche di inefficienza, a partire dagli impiegati fannulloni, cioè letteralmente messi a far nulla in ufficio. Anche perché ogni giorno già sconta un tasso di assenteismo record: quasi il 13 per cento dei dipendenti non si presenta a lavoro, ferie escluse. Il doppio di quanto accade all'Atm di Milano.
La vicenda degli «inidonei», poi, si trascina da anni, con risvolti bizzarri. Nel 2016, per esempio, l'ex diggì Marco Rettighieri decise di sottoporre a una visita medica di controllo quasi 160 dipendenti. Risultato: l'80% di chi fino al giorno prima si dichiarava impossibilitato a mettersi al volante di un bus, improvvisamente, era guarito. È bastata l'apparizione di un camice bianco, evidentemente, per fare il miracolo.
CONTROLLI MEDICI
Anche la nuova governance, nominata dal M5S, si sta muovendo in questa direzione. Basta pensare che un anno fa gli inidonei temporanei erano circa 190, mentre oggi, dopo una serie di visite, sono scesi a 120.
L'ultima mossa è di qualche giorno fa, con la decisione di iniziare a mettere in aspettativa - e soprattutto senza stipendio - alcuni dipendenti che avevano chiesto di evitare i faticosi turni sui bus per via di queste «inabilità» passeggere. Chissà se la guarigione, a questo punto, sarà più breve del previsto.
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Il Messaggero