Tre sale giochi controllate, undici slot machine “fantasma” completamente irregolari, tremila euro sequestrati e sanzioni amministrative per oltre 130 mila euro con la...
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Le slot “fantasma” continuavano, invece, a lavorare nelle due sale di Ariccia e Colleferro seppur sprovviste dei tre certificati fondamentali per la messa in attività: il documento di conformità, il nulla osta di distribuzione e il nulla osta di messa in esercizio. Un danno per il fisco che stando ad un primo, sommario, inventario ammonterebbe a diverse centinaia di migliaia di euro, anche se al momento non è facile risalire con certezza alla data dell’effettivo avvio di ogni singola macchinetta. Il gestore delle due sale di Ariccia e Colleferro è stato multato per le vie brevi di circa 95 mila euro ad Ariccia e per oltre trentamila euro nella sala di Colleferro, importi questi validi se si pagano le dovute sanzioni entro i prossimi 60 giorni. In caso contrario si procederà con la chiusura degli esercizi che comunque saranno presto anche al vaglio della questura di Roma per l’eventuale revoca della licenza di pubblica sicurezza. Trascorsi i 60 giorni, le multe saranno ancor più salate: fino a cinquantamila euro a macchinetta. Sequestrati anche tremila euro in contanti ritrovati all’interno delle macchinette illegali e i telecomandi con i quali il gestore, a distanza e senza destare alcun sospetto, spegneva i dispositivi in caso di controlli degli operatori o per interrompere il gioco dei clienti indesiderati per i più vari motivi. In attesa che i tecnici della Sogei, una società del ministero dell’Economia e delle Finanze, eseguano la perizia delle slot e accertino, per quanto possibile, il vorticoso volume di affari che il titolare delle sale era riuscito a nascondere al fisco, le macchinette sono state poste sotto sequestro e sigillate all’interno dei locali. I blitz dei finanzieri, condotti a stretto contatto con i colleghi dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli di Stato, sono scattati poco dopo le 10 del mattino quando le sale non sono particolarmente affollate. Pochissimi, infatti, i giocatori trovati all’interno dei locali.
Per entrare, i finanzieri hanno dovuto usare non poca cautela anche per evitare di essere riconosciuti e per non consentire al gestore di spegnere con il telecomando le macchinette fasulle.
Il Messaggero