Appio, truffavano ai bancomat degli anziani. Sgominata una banda dalla polizia

Appio, truffavano ai bancomat degli anziani. Sgominata una banda dalla polizia
Le vittime erano scelte soprattutto tra gli anziani con un bancomat residenti del centro prosciugando i loro conti per una somma complessiva pari a 150.000 euro. ...

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Le vittime erano scelte soprattutto tra gli anziani con un bancomat residenti del centro prosciugando i loro conti per una somma complessiva pari a 150.000 euro.




Ecco la truffa per cui sono stati fermati sei uomini, quattro romeni e due italiani, fra i 26 e i 56 anni, dal commissariato di Polizia Appio-Nuovo diretto dal vicequestore aggiunto Alfredo Luzi. È lui a spiegare i particolari dell'operazione in conferenza stampa: «Si tratta di un'organizzazione composta da romeni, con ramificazioni in tutto il Centro-Nord, ma particolarmente a Roma e nell'hinterland capitolino, dove risiedono i suoi membri, molti di più di quelli fermati.



Ogni componente romeno, che ha precedenti specifici, ha coinvolto infatti altri connazionali». Le indagini, precisa, «sono partite dal commissariato Appio-Nuovo il 22 febbraio, in tre settimane abbiamo ricevuto denunce per 150.000 euro da parte di 8 anziani truffati nella Capitale, e di due a Firenze e Torino». Ecco il modus operandi, ricostruito anche grazie alle telecamere degli Istituti di credito: «Agiscono in gruppetti di tre-quattro - spiega - preferibilmente il venerdì, sfruttando la chiusura delle banche sabato e domenica, che ritarda a lunedì l'eventuale avviso di truffa ai clienti. I complici si posizionano all'entrata dell'area bancomat in modo da non far entrare altre persone: poi mentre uno distrae la vittima prescelta, l'altro sostituisce velocemente il bancomat dopo aver carpito il codice pin.



Molto spesso, uscita la vittima dall'istituto di credito, il complice entra e preleva l'intero importo, depositandolo su un conto fittizio». È qui che entrano in gioco gli italiani: «Si tratta di teste di legno - precisa Luzi - tossicodipendenti e in condizioni d'indigenza, contattati in strutture come la Caritas o i Sert, che in cambio di un compenso una tantum di 100-200 euro, forniscono il loro nominativo per l'apertura del conto, dando direttamente bancomat, Otp e Pin all'organizzazione, che effettua il deposito. Sono loro, impauriti dalle conseguenze penali delle loro azioni, che ci stanno aiutando a capire come avvenivano gli scambi di apertura di credito».



A facilitare l'operato dei truffatori il loro look rassicurante: «Vestivano capi di marca e si spostavano in auto di lusso, generalmente macchine a noleggio pagate con carte di credito rubate o in contanti». Proprio queste vetture, però, li hanno traditi: «Da una macchina lasciata accesa dai soggetti, scappati dopo essersi accorti della presenza degli operatori di Polizia, abbiamo ricostruito la filiera del noleggio, acquisendo dati in merito». Le indagini infatti proseguono: «Siamo in appostamento per cercare di catturare uno dei capofila dell'organizzazione», conclude Luzi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero