Osservare la storia di Roma con lentezza. Dopo lo slow food e lo slow tourism, arriva lo slow looking tutto dedicato ai monumenti millenari del primo Miglio dell’ Appia...
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L’idea di fondo è quella di fare divulgazione scientifica in modo intrigante e suggestivo. Dove l’archeologia si gusta con calma, magari anche sorseggiando del buon vino. Allora, scarpe comode, abbigliamento leggero, sedioline pieghevoli, e via all’esperienza sensoriale. Primo appuntamento è davanti alla chiesetta di Santa Maria in Tempulo, luogo che i romani conoscono bene perché nota sede di matrimoni civili. L’ispirazione arriva d’oltremanica. «L’esperienza dello slowlooking - racconta l’archeologa Valeria Di Cola - è direttamente ispirata alla guida che la Tate Gallery di Londra propone ai suoi visitatori ed è incentrata sull’osservazione lenta e attenta delle opere. Un progetto studiato per contrastare la tendenza registrata che vedeva i visitatori del museo inglese sostare davanti alle opere meno di 8 secondi».
Cosa accadrà dunque? «Abbiamo pensato di proporre un’attività di slowlooking ah hoc su alcuni dei monumenti del primo Miglio», continua la studiosa. L’incontro inizia con una fase di osservazione libera e diretta, cui seguirà una serie di domande liberamente poste dai partecipanti. Infine, si aprirà un momento di confronto e discussione in cui gli esperti archeologi e ricercatori risponderanno, dettaglio per dettagli. «Ed è a questo punto che si tornerà a guardare tutti assieme il monumento, avendo condiviso i frutti della ricerca», precisa Di Cola.
E tutto questo è accompagnato da un buon bicchiere di vino offerto dall’associazione. Quando si dice, viaggiare con gusto. Il progetto, che è stato ammesso nel calendario ufficiale dell’Estate Romana, punta intanto a far scoprire Santa Maria in Tempulo, ex chiesetta sorta come monastero medievale su un più antico oratorio tardo antico. Una volta abbandonato, il monastero diventa parte di un ninfeo all’interno della rigogliosa Villa Mattei (celimontana), poi fienile. Nel frattempo, tra duecento e cinquecento, l’area si impaluda frequentemente e il livello di calpestio si innalza di parecchi metri. «Avendo studiato per anni la stratificazione di questo edificio, con lo slow looking intendiamo osservarlo, lentamente, per leggere e mettere in fila tutte le tracce che ancora si vedono sui muri», dice Di Cola.
Agenda alla mano, seguiranno altri quattro appuntamenti tra agosto (1 e 29) e settembre (7 e 28).
Il Messaggero