Anzio, «Vigile se ripassi ti spacco la testa», agenti insultati su Fb: 6 denunciati

Anzio, «Vigile se ripassi ti spacco la testa», agenti insultati su Fb: 6 denunciati
Rispondono - secondo loro “a tono” - a multe e controlli della Polizia Locale di Anzio, postando di tutto sui social, infinita prateria delle scorrerie verbali di chi...

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Rispondono - secondo loro “a tono” - a multe e controlli della Polizia Locale di Anzio, postando di tutto sui social, infinita prateria delle scorrerie verbali di chi pensa di poter dire impunemente ciò che vuole. Ma non è così. Ed ora gli “esternatori” via Facebook, Twitter, Instagram, ne stanno facendo le spese con denunce per diffamazione di pubblico ufficiale. Finora sono 6, ma il comandante della Polizia Locale, Antonio Arancio, ha messo al lavoro alcuni dei suoi uomini per rintracciare tutti i profili social di chi insulta i Vigili Urbani. E se non ci si riesce perché magari è stato usato un nickname, la partita passa alla Polizia Postale. Ad accorgersi degli insulti sono stati i Vigili incaricati di rintracciare il video su Facebook - che ha avuto migliaia di visualizzazioni, replicato anche sui siti on line della stampa nazionale e nel programma “Le Iene” - in cui il 10 novembre scorso l’ex assessore all’Ambiente di Anzio, Giuseppe Ranucci, è andato fuori di sé per un’ispezione della Polizia Locale nella palestra di cui è proprietario. Gesto per cui si è dovuto dimettere. Certo non è “edificante” che un pubblico amministratore si scagli contro le istituzioni di cui fa parte - ricorda qualche altra recente vicenda? - con parole e accuse irripetibili fino alla plateale protesta di stendersi sotto l’auto dei Vigili per non farli muovere, chiedendo a gran voce la presenza del sindaco e del comandante. Anche in quel caso è partita una denuncia. A cui ora stanno facendo seguito le altre.

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«Abbiamo individuato profili - dice Arancio - con espressioni diffamatorie nei confronti della Polizia Locale di Anzio. Anche con minacce di violenze. A tutela del Corpo stiamo procedendo con le denunce”. Un esempio? “Vigile xxx se ripassi ti spacco la testa!». Oppure «Mi hanno fatto la multa perché alle 18,30 ero ancora aperto ‘sti.....». E ancora “bastardi”, “corrotti” e via elencando. «I Vigili Urbani sono pagati dai cittadini - continua - e fanno il loro dovere quando controllano e multano. Non vanno a cercare qualcuno che gli sta antipatico per multarlo, eppure in paese c’è chi lo pensa e lo scrive. Se le questioni si vedono o sono segnalate dai cittadini è ovvio che si controlli!». Ad esempio, lo scorso luglio, telefonate hanno segnalato in divieto di sosta il fuoristrada dorato del coiffeur delle dive Federico Fashion Style, che è di Anzio e che è stato multato. C’è anche chi li accusa del contrario, cioè di chiudere un occhio. «Non siamo ovunque - dice il comandante - e può sfuggire un’auto in divieto di sosta o possiamo non conoscere una situazione. Ma non suoniamo la grancassa quando interveniamo, così qualcuno pensa addirittura che si coprano situazioni». Emblematico il video postato da un giovane che, filmando la folla di quei week end assolati in cui tutti uscivano malgrado i divieti, accusa la Polizia Locale di fare “figli e figliastri”. «Proprio per arginare quei comportamenti - commenta Arancio - nel nostro Comando si è sviluppato un cluster Covid19 di 12 persone. Partito da una pattuglia che doveva identificare assembramenti e chi girava senza mascherina. Qualcuno, al controllo, gli ha tossito in faccia e sputato vicino. Dopo pochi giorni si è scatenato il contagio». 

 

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Il Messaggero