OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Addio a un altro dei luoghi storici di Anzio: il belvedere Italcable sulla costa di Ponente, che segnava il luogo del primo collegamento diretto via cavo sottomarino fra l’Italia e l’America del sud, in parte pagato dagli emigrati italiani in Argentina. In molti acquistarono azioni della società di comunicazioni perché il progetto avrebbe finalmente permesso contatti rapidi - via telegrafo - con le famiglie nel nostro Paese. Inaugurazione in pompa magna, il 12 ottobre 1925, dell’allora capo del Governo Benito Mussolini che per primo “lanciò” via cavo un messaggio del re al presidente dell’Argentina. Con i lavori di restyling della Riviera fatti dal Comune, si stanno smantellando le balaustre del belvedere su strada e quelle verso il mare, dove ne è rimasta una sola, di mattoncini traforati. Certo non si tratta di un’opera architettonica, ma è la testimonianza di una fase storica della città e di un grande progetto tecnologico italiano. Eppure nessuno, nel progettare il restyling, ha pensato di tutelare il belvedere.
Al suo posto sorgerà un piazzale pavimentato con piastrelle e travertino. L’ammodernamento della Riviera è importante ma il belvedere è l’unica opera anni ‘20 sull’Ardeatina con la connessa palazzina Italcable che ora ospita il Comando Brigata Informazioni Tattiche dell’Esercito, sul cui muro i Lion’s hanno apposto una targa a ricordo dell’inaugurazione del 1925. Sono un “documento” storico, perchè abbatterne una parte? Dal Comune si spiega che l’Ufficio Tecnico ha periziato i muretti, risultati pericolanti. Certo hanno quasi 100 anni e niente manutenzioni, ma non sembrano in procinto di crollare. Anzi, le ruspe per ora sono riuscite solo ad intaccare i pilastri. «La stazione centrale cablografica di Anzio, testè ultimata, è un elegante edificio che sorge sulla marina di ponente a un chilometro dalla città. Un anno fa nulla esisteva», si legge nella cronaca - con l’ampollosa prosa d’obbligo nel ventennio - sulla “Rivista delle Comunicazioni” del 15 ottobre 1925. «Due treni speciali - continua - partirono dalla stazione di Roma per recare i membri del Governo, i rappresentanti del corpo diplomatico, le autorità, gli invitati» ricevuti dal sindaco Francesco Breschi, e dall’ing. Giovanni Carosio fondatore dell’Italcable. Poi riporta il discorso di Mussolini ad Anzio e quello di Galeazzo Ciano, ministro delle Comunicazioni. Ne “L’Illustrazione Italiana” del 18 ottobre 1925 c’è pure una foto della palazzina Italcable imbandierata per l’inaugurazione, presa dal belvedere che sovrasta il cavodotto.
Scendendo in spiaggia si vede nella roccia il foro dell’alloggiamento di partenza del cavo.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero