Anzio, demolito lo storico belvedere: abbattuto uno dei simboli della città sul litorale

Anzio vista dall'alta
di Antonella Mosca
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Martedì 23 Febbraio 2021, 10:42 - Ultimo aggiornamento: 16:15

Addio a un altro dei luoghi storici di Anzio: il belvedere Italcable sulla costa di Ponente, che segnava il luogo del primo collegamento diretto via cavo sottomarino fra l’Italia e l’America del sud, in parte pagato dagli emigrati italiani in Argentina. In molti acquistarono azioni della società di comunicazioni perché il progetto avrebbe finalmente permesso contatti rapidi - via telegrafo - con le famiglie nel nostro Paese. Inaugurazione in pompa magna, il 12 ottobre 1925, dell’allora capo del Governo Benito Mussolini che per primo “lanciò” via cavo un messaggio del re al presidente dell’Argentina.  Con i lavori di restyling della Riviera fatti dal Comune, si stanno smantellando le balaustre del belvedere su strada e quelle verso il mare, dove ne è rimasta una sola, di mattoncini traforati. Certo non si tratta di un’opera architettonica, ma è la testimonianza di una fase storica della città e di un grande progetto tecnologico italiano. Eppure nessuno, nel progettare il restyling, ha pensato di tutelare il belvedere. 
Al suo posto sorgerà un piazzale pavimentato con piastrelle e travertino.  L’ammodernamento della Riviera è importante ma il belvedere è l’unica opera anni ‘20 sull’Ardeatina con la connessa palazzina Italcable che ora ospita il Comando Brigata Informazioni Tattiche dell’Esercito, sul cui muro i Lion’s hanno apposto una targa a ricordo dell’inaugurazione del 1925. Sono un “documento” storico, perchè abbatterne una parte? Dal Comune si spiega che l’Ufficio Tecnico ha periziato i muretti, risultati pericolanti. Certo hanno quasi 100 anni e niente manutenzioni, ma non sembrano in procinto di crollare. Anzi, le ruspe per ora sono riuscite solo ad intaccare i pilastri. «La stazione centrale cablografica di Anzio, testè ultimata, è un elegante edificio che sorge sulla marina di ponente a un chilometro dalla città. Un anno fa nulla esisteva», si legge nella cronaca - con l’ampollosa prosa d’obbligo nel ventennio - sulla “Rivista delle Comunicazioni” del 15 ottobre 1925. «Due treni speciali - continua - partirono dalla stazione di Roma per recare i membri del Governo, i rappresentanti del corpo diplomatico, le autorità, gli invitati» ricevuti dal sindaco Francesco Breschi, e dall’ing. Giovanni Carosio fondatore dell’Italcable. Poi riporta il discorso di Mussolini ad Anzio e quello di Galeazzo Ciano, ministro delle Comunicazioni. Ne “L’Illustrazione Italiana” del 18 ottobre 1925 c’è pure una foto della palazzina Italcable imbandierata per l’inaugurazione, presa dal belvedere che sovrasta il cavodotto. 
Scendendo in spiaggia si vede nella roccia il foro dell’alloggiamento di partenza del cavo. Anche quello abbandonato. Eppure da lì per anni sono passati tutti i collegamenti telegrafici fra Italia e America. Anche del Nord: il 16 marzo 1925 dal cantiere Italcable di Anzio - la palazzina era in costruzione - era stato attivato il primo collegamento Italia - New York.

Durante i lavori del suo cavo per l’Argentina, giunta alle Azzorre l’Italcable si era collegata in “derivata” a quello transoceanico della Western Union Co verso gli USA. Insomma l’area Italcable evoca molto. Invece di cancellarla da Anzio si sarebbe potuta restaurare e sistemarvi poi foto con didascalie, per non perdere una briciola della storia della città e non solo. Forse si può ancora, non abbattendo quanto rimane. 

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