Tra roghi tossici e degrado la situazione al campo nomadi di via Candoni, alla Muratella, resta sempre insostenibile. Ieri l’ennesimo incendio. Due mesi fa era toccato agli...
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«Da tempo denunciamo la gravità dei roghi tossici provenienti da più parti della Capitale a causa del proliferare di campi nomadi dai quali ogni giorno si sprigionano fumi provenienti dalla combustione dei più disparati materiali che invadono l’aria e la rendono irrespirabile», sottolineano Francesco Figliomeni, consigliere comunale di Fratelli d’Italia e vice presidente dell’Assemblea Capitolina, e Marco Rollero presidente del club delle libertà per le politiche sociali e sicurezza di Forza Italia. «L’ultimo ieri presso il Campo nomadi di Via Candoni dove ormai i residenti sono delle vere e proprie vittime di questi roghi tossici essendo costretti a chiudere le finestre e a non uscire per salvaguardare la propria salute - proseguono - In queste strutture quotidianamente si accumulano decine e decine di cumuli di rifiuti selezionati dopo il rovistaggio dei cassonetti, sappiamo anche che la criminalità nostrana delega questo lavoro di smaltimento illegale di rifiuti a molti senza fissa dimora». «È inconcepibile però come ancora ad oggi nonostante i ripetuti allarmi e gli esposti ufficiali, la sindaca Raggi non faccia intervenire chi di competenza per porre fine a questo scempio - concludono Figliomeni e Rollero - facciamo appello al Prefetto affinché almeno lui possa intervenire poiché i Romani non ne possono più».
«Fino a quando c’era la vigilanza all’entrata la situazione era sotto controllo o comunque serviva da deterrente. Potevano intervenire chiamando le forze dell’ordine, controllavano le auto che entravano e uscivano così come chi ci abitava - raccontano alcuni dipendenti Atac e residenti - Poi è andato tutto a rotoli e la situazione è solo precipitata. All’esterno dell’area ci vorrebbero le telecamere così come erano presenti alcuni anni fa. Insomma la risposta sembra chiara: guardie giurate e videosorveglianza potrebbero riportare un po’ di legalità. I controlli non bastano, ci vogliono presidi fissi ecco perché questa potrebbe essere una soluzione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero