Il richiamo dello spirito porta a Subiaco: un ambasciatore musulmano in visita nei monasteri

Il monastero simbolo si Subiaco dove San Benedetto da Norcia dettò la regola: "Ora et labora"
Un grande diplomatico sente il “richiamo” dello spirito e va in visita ai monasteri benedettini di Subiaco dove il santo di Norcia dettò ai discepoli la regola...

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Un grande diplomatico sente il “richiamo” dello spirito e va in visita ai monasteri benedettini di Subiaco dove il santo di Norcia dettò ai discepoli la regola “Ora et Labora”. L’ambasciatore dell’Algeria in Italia, Ahmed Boutache, insieme all’addetta culturale e a una delegazione, ha voluto vedere con i suoi occhi il Sacro Speco restando incantato. Nella cittadina della Valle del’Aniene il tempo a volte sembra fermo. I giorni dell’epidemia spingono tanti a un momento di riflessione e raccoglimento, vicino al silenzio dei chiostri, dove i monaci per secoli hanno contribuito - pregando e faticano (“Ora et labora”) - a creare ciò che oggi è l’Europa, custode della tradizione e dei valori della Classicità.


Il diplomatico ha pranzato insieme alla Comunità Monastica e poi ha voluto vedere le opere di Sant’Agostino, nativo dell’antica Numidia, oggi odierna Algeria. «L’ambasciatore è solo da un anno in Italia – dice l’abate Dom Mauro Meacci - ed era suo interesse personale visitare questi luoghi religiosi per vedere di persona la realtà monastica occidentale. Era molto interessato alle opere di Sant’Agostino, originario dell’Algeria, un Santo che va oltre le varie posizioni religiose». Agostino nacque nel 354 a Tagaste, in Numidia, fu poi eletto Vescovo di Ippona intorno al 395, dove morì nel 430. La bellezza dei luoghi ha impressionato il diplomatico algerino.

«Sono rimasti incantati – racconta l’Abate Meacci – dal fascino del Protocenobio di Santa Scolastica con i suoi chiostri. Hanno mangiato con noi: un pranzo frugale». L’ambasciatore Boutache ha visto i codici di Sant’Agostino in una stanza vicina alla biblioteca. La quale conserva anche i primi incunaboli a caratteri mobili stampati in Italia, proprio a Santa Scolastica, da due monaci tedeschi, Sweynheym e Pannartz nel 1467. La biblioteca è chiusa per le restrizioni Covid e i quattro codici riguardanti del Santo di Ippona sono stati portati e mostrati in una sala della Curia Abbaziale. Tra questi codici anche il noto “manoscritto guida” per la stampa del “De Civitate Dei”. «Abbiamo previsto - conclude Meacci - iniziative culturali su Sant’Agostino: un veicolo di dialogo tra l’Algeria, l’Italia e i popoli del Mediterraneo».

 

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Il Messaggero