Ama Roma, netturbini predoni del gasolio: «Rubare è facile, nessuno controlla»

Uno dei dipendenti indagati racconta al pm quant’è semplice entrare a Rocca Cencia

Ama Roma, netturbini predoni del gasolio: «Rubare è facile, nessuno controlla»
Nella rimessa dell'Ama di Rocca Cencia non c'era nessun controllo e per questo era facile mettere a segno i furti di carburante. C'era il tempo per svuotare i mezzi....

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Nella rimessa dell'Ama di Rocca Cencia non c'era nessun controllo e per questo era facile mettere a segno i furti di carburante. C'era il tempo per svuotare i mezzi. È quanto avrebbe riferito uno dei dipendenti accusati del furto di gasolio, nell'interrogatorio reso davanti al pm Carlo Villani che coordina l'inchiesta. Gli indagati dalla Procura sono in tutto 24: tra le prove raccolte contro di loro le intercettazioni telefoniche e il racconto di una dipendente pentita, mandato in onda in un servizio televisivo delle Iene nel 2020.

 

Ama, furti e mezzi danneggiati: l'azienda chiama un generale contro i netturbini predoni


GLI INTERROGATORI
Venerdì si sono svolti a piazzale Clodio gli interrogatori dei dipendenti Ama finiti agli arresti domiciliari con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al peculato. Tutti avrebbero confermato al pubblico ministero le accuse a loro carico, tranne uno, che ha sostenuto di non aver preso parte alla condotta criminale e di non aver agevolato in alcun modo i colleghi nel metterla in pratica. Si tratta di Daniele Conti, titolare di un'attività di tiro a volo ospitata dal centro sportivo in cui i dipendenti infedeli nascondevano l'oro liquido rubato prima di rivenderlo. È accusato di aver lasciato aperti i cancelli del centro per agevolare i complici: «Io li avevo chiamati solo per svuotare i cassonetti dell'attività», avrebbe riferito al pm. «Non gli aprivo il cancello. Era condominiale. Almeno 8-9 persone hanno la chiave, si tratta di un'attività sportiva e resta spesso aperto (...) E poi avveniva tutto anche di notte, quando io non c'ero». Sul furto del gasolio ha riferito: «Io avevo il mio, solo due volte mi è stato regalato un fusto blu». Domani sono previsti gli altri interrogatori presso il carcere di Regina Coeli, dove sono detenuti alcuni degli indagati.

 


L'ORGANIZZAZIONE


Per rubare il carburante dai mezzi Ama lo prelevavano direttamente dai serbatoi degli automezzi o usufruendo delle schede-benzina messe a disposizione dall'azienda per rifornire i mezzi di servizio. Per svuotare i serbatoi approfittavano dei turni notturni e, in questo modo, riuscivano a riempire fino a cinque taniche che poi venivano caricate in auto private. Le taniche contenenti l'oro liquido venivano lasciate temporaneamente nel deposito e in seguito rivendute al prezzo di un euro al litro, con un guadagno di circa 100 euro a sera.
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Il Messaggero