Nella rimessa dell'Ama di Rocca Cencia non c'era nessun controllo e per questo era facile mettere a segno i furti di carburante. C'era il tempo per svuotare i mezzi. È quanto avrebbe riferito uno dei dipendenti accusati del furto di gasolio, nell'interrogatorio reso davanti al pm Carlo Villani che coordina l'inchiesta. Gli indagati dalla Procura sono in tutto 24: tra le prove raccolte contro di loro le intercettazioni telefoniche e il racconto di una dipendente pentita, mandato in onda in un servizio televisivo delle Iene nel 2020.
Ama, furti e mezzi danneggiati: l'azienda chiama un generale contro i netturbini predoni
GLI INTERROGATORI
Venerdì si sono svolti a piazzale Clodio gli interrogatori dei dipendenti Ama finiti agli arresti domiciliari con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al peculato.
L'ORGANIZZAZIONE
Per rubare il carburante dai mezzi Ama lo prelevavano direttamente dai serbatoi degli automezzi o usufruendo delle schede-benzina messe a disposizione dall'azienda per rifornire i mezzi di servizio. Per svuotare i serbatoi approfittavano dei turni notturni e, in questo modo, riuscivano a riempire fino a cinque taniche che poi venivano caricate in auto private. Le taniche contenenti l'oro liquido venivano lasciate temporaneamente nel deposito e in seguito rivendute al prezzo di un euro al litro, con un guadagno di circa 100 euro a sera.