Il ministero dei Beni culturali è pronto a calare il suo “asso” nella stretta sulle locazioni brevi (quelle inferiori ai 30 giorni ndr) annunciando con il...
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Ieri il tema è stato ampiamente discusso dall’assessore al Commercio con delega al turismo Carlo Cafarotti che a Napoli ha incontro i suoi omologhi: gli assessori competenti che seguono l’argomento per i comuni di Bologna, Milano, Firenze e Napoli. A cosa si è arrivati? Alla stesura di una lettera da inviare al ministro Dario Franceschini con una serie di specifiche e chiarimenti perché se nel complesso sono tutti d’accordo sull’esigenza di riconoscere come imprenditore colui il quale trae profitto dalle locazioni brevi (chiedendone poi anche il dovuto in termini di tasse), sono necessarie - soprattutto per la città di Roma - norme stringenti.
Questa la riflessione di Cafarotti: «Come verranno valutate ad esempio le notti vendute o il volume d’affari?» perché ad esempio è più che mai verosimile trovare a Roma un soggetto o una società che sfruttando un solo appartamento, magari nel pieno centro storico, raggiunge a fine mese un fatturato più alto di chi ha due o tre appartamenti in zone più periferiche. Di conseguenza si potrebbe riconoscere come impresa anche una singola realtà.
Il punto in sostanza è focalizzare l’attenzione non tanto sulle proprietà quanto sul volume di affari che generano. «Nel disegno è compresa anche la residenza?», continua a domandarsi Cafarotti. Se fosse così andrebbe bene l’impianto del ministero ma se invece proprio la residenza venisse omessa quante sarebbero le persone fisiche o le società che possiedono o prendono in affitto per locarle poi ai turisti più di tre appartamenti? Si rischierebbe - analizzano anche gli uffici del dipartimento turistico capitolino - di non imprimere una vera e propria stretta. Come invece servirebbe alla Capitale considerati i numeri, ad oggi disponibili, sugli appartamenti e le case destinate agli affitti brevi che invadono diverse piattaforme di gestori, a partire da Airbnb. Nella riunione interassessorile di ieri si è discusso anche di questo: come contestualizzare i “properties manager”, ovvero i gestori immobiliari.
Su Roma proprio Airbnb ha raggiunto numeri da capogiro.
Il Messaggero