Aperto il centro per le vaccinazioni anti Covid all'ex Bosi di Rieti, il secondo più vasto del Lazio

Aperto il centro per le vaccinazioni anti Covid all'ex Bosi di Rieti, il secondo più vasto del Lazio
«Altro che paura, non ci ho dormito la notte per la contentezza», dice Vincenzina di Contigliano, 85 anni portati splendidamente e il ticket numero 11. Lei è...

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«Altro che paura, non ci ho dormito la notte per la contentezza», dice Vincenzina di Contigliano, 85 anni portati splendidamente e il ticket numero 11. Lei è una dei circa cento over 80 che ieri hanno ricevuto il vaccino contro il Covid nel maxi centro realizzato a tempo di record da Asl Rieti e Fondazione Varrone negli spazi dell'ex Bosi, alle porte del nucleo industriale cittadino. Una struttura che rappresenta un unicum nel Lazio, seconda - ma solamente come metratura - a quella di Fiumicino. La giornata inaugurale è una festa, per gli anziani e per i loro accompagnatori, «mamma ti aspetto fuori, vedrai che è un attimo e ci togliamo il pensiero».


IL RACCONTO


Federica Evangelista, infermiera da un ventennio e ora dirigente sanitaria, si è occupata di formare il team di vaccinatori specificatamente per la fascia anziana e per la somministrazione del farmaco Pfizer, che necessita di particolare accortezza. «Oltre a coloro che inoculano il vaccino abbiamo un infermiere che registra i dati e altri due che si occupano dell'accoglienza». Un'accoglienza sia psicologica che materiale che si rivela fondamentale. «Anche per questo il personale ha seguito un corso di prima emergenza e siamo forniti di un'attrezzatura per affrontare ogni eventualità», spiega Evangelista, presentando il suo giovanissimo team. «Un gioco di squadra in cui nessuno si è tirato indietro», ricordano Asl e Fondazione Varrone prima del taglio del nastro.

 

 

«Il problema si è posto da una chiacchierata con il direttore generale della Asl di Rieti, Marinella D'Innocenzo - osserva il presidente della Fondazione Varrone, Antonio D'Onofrio - in cui è stato chiaro che le vaccinazioni antiCovid non potevano svolgersi insieme ai normali prelievi, ma era necessario un posto alternativo». Detto, fatto. I locali dell'ex industria di legname Bosi, fino a neppure un mese fa archivio dalla Fondazione, vengono svuotati e adibiti a centro vaccinale in tre settimane. «Un'apertura del centro che è un ulteriore segnale di speranza per uscire al più presto dall'emergenza», commenta D'Innocenzo. Grazie alla sinergia di enti, ditte, forze dell'ordine e con la massima collaborazione e un costo zero per la sanità pubblica, nel centro Covid di 540 mq, si potranno effettuare circa 450 vaccinazioni al giorno, all'interno di dieci box ambulatoriali e due grandi sale d'attesa, con parcheggi esterni a cui ha provveduto la Provincia.

Ora si pensa agli over 80, poi si andrà avanti man mano: «L'obiettivo, con le quantità di dosi di vaccino a oggi disponibili e garantendo sempre la seconda dose, è di concludere gli over 80 entro i primi giorni di maggio», afferma l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato. «Questa struttura, realizzata in tempi brevissimi, suggerisce che la speranza della vita può aiutarci a fare cose urgenti bene e prima possibile», dice il vescovo Domenico Pompili prima della benedizione, mentre all'interno si lavora senza sosta. «Rieti, che è stata spesso vittima di interdizioni dovute a gelosie tra i rappresentanti degli enti, oggi riscopre le ragioni di un lavoro comune», commenta il sindaco Antonio Cicchetti. Lavinia, 86enne della frazione Sant'Elia, resta in attesa del suo turno. «Paura? E di che? Lo facessero tutti». Nel frattempo attende anche Dario di Greccio: «Ho subito chiesto al medico di famiglia, è un atto di rispetto verso il prossimo, un dovere per tutelare i nostri cari». Poco più in là, ci sono Nunzio Petrongari di Cittaducale, e Teofile Girolama di Castel Sant'Angelo: in coppia, oltre due secoli, cento anni lui, centodue lei. Auguri.

 


 

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Il Messaggero