RIETI - «Rieti in Umbria? Se anche fossimo tutti d'accordo, e sottolineo se, si aprirebbe un processo politico-amministrativo lungo almeno cinque anni. Rischiamo di non...
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Ma con quali strumenti? E quale peso politico? «Serve unità, sia sul piano istituzionale che politico. In Regione l'interlocuzione che c'è con Viterbo e forte: servirà a ragionare di ciò che può avere la testa a Viterbo e cosa a Rieti, perché al di là dei rapporti di forza che ci danno perdenti non è che tutto può andare a finire a Viterbo. Altro discorso è l'impatto sul territorio del riordino dei servizi statali: la mossa della Prefettura mi è sembrata un po' estemporanea. Bisognerà vigilare, e sono sicuro che i nostri parlamentari lo faranno, perché il territorio non venga sguarnito di servizi essenziali come la sicurezza, il controllo. Poi, che la testa sia qui o a Viterbo mi sembra un problema secondario».
Oggi intanto in Prefettura uffici chiusi dalle 9,30 alle 11,30 per l'assemblea dei lavoratori dell'amministrazione civile chiesta da Cgil, Cisl e Uil per fare il punto sull'accorpamento a Viterbo. Non ci saranno le code del Colosseo, fuori dal portone di Palazzo Vincentini, ma se ci fosse un po' di attenzione della città non guasterebbe. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero