RIETI - Sono i morti di serie B, quelli provocati dal disastroso terremoto del 2016 ad Amatrice, per i quali rischia di non esserci giustizia perché non è più...
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L’inchiesta della procura, avviata dopo l’esposto presentato dai genitori della piccola vittima - tesa, come le altre, ad accertare le cause del cedimento di edifici pubblici e privati oltre che a verificare il rispetto della normativa antisismica - si è conclusa con la richiesta di archiviazione sollecitata dal pubblico ministero Rocco Maruotti, impegnato in questi giorni a chiudere il fascicolo relativo al crollo dell’Hotel ristorante Roma, e questo nonostante la consulenza tecnica abbia accertato che l’edificio crollato era stato costruito male e con materiali scadenti.
Ma si tratta di immobili realizzati negli anni ‘60 in via Madonna della Porta, a ridosso di corso Umberto I, e una delle difficoltà maggiori è stata rappresentata dall’impossibilità di individuare con esattezza il periodo dei lavori e chi li aveva eseguiti. I documenti sono risultati introvabili, come pure dal materiale recuperato tra le macerie del palazzo comunale crollato non è stato possibile ricostruire la storia della palazzina. L’esito dell’indagine, rubricata contro ignoti, è stata però opposta dal legale che assiste i genitori della bambina (parti offese), perché da una verifica di alcuni atti presso l’ufficio del Catasto è emerso che l’abitazione era stata nuovamente registrata dopo ulteriori lavori effettuati in epoca successiva alla sua realizzazione.
Intervento, anche in questo caso, del quale non è stato possibile rintracciare la pratica urbanistica che era, presumibilmente, conservata negli archivi del municipio distrutto. L’avvocato Gregorio Equizi, legale già impegnato in delicate inchieste che hanno riguardato il terremoto avvenuto a L’Aquila nel 2009, ha però chiesto al giudice delle indagini preliminari di disporre nuovi accertamenti tecnici per stabilire la regolarità dei lavori eseguiti in epoca successiva alla prima edificazione dell’edificio e la ditta che materialmente li portò a termine. L’estremo tentativo di dare giustizia a vittime che rischiano di diventare di serie B.
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Il Messaggero