Rieti, Terminillese: all’hospice solo con una svolta non consentita

Terminillese
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RIETI - Recarsi all’hospice San Francesco e nella vicina Rems della Asl di Rieti richiede - purtroppo - motivazioni serie e non procrastinabili. E allora rischia di diventare ancora più disagevole dover per forza mettere in atto un’infrazione al codice della strada per raggiungere ogni volta le due strutture in in via Tavola d’Argento.

Le anomalie. Per chi proviene dall’incrocio semaforico all’altezza dell’ex manicomio, la salita d’accesso che conduce all’Hospice e alla Rems si trova sul lato sinistro della Terminillese, mentre per chi si trova a percorrere la 4 bis del Terminillo provenendo da Vazia è invece a destra. E in entrambi i casi è ormai noto a tutti da anni - polizia municipale e settore viabilità del Comune in primis - l’obbligo di infrazione al codice della strada al quale sono costretti gli automobilisti per imboccare la salita d’accesso. Disagio che adesso è l’ex presidente della terza circoscrizione, Eligio Patacchiola, a evidenziare con forza. Provenendo da Vazia, la segnaletica stradale impone infatti di proseguire dritti verso la rotonda di viale Togliatti, senza invece poter svoltare subito a destra una volta giunti all’altezza della salita: in quel caso, ci si renderebbe infatti autori di un’infrazione del codice della strada. Cosa che avviene invece puntualmente, per evitare di dover raggiungere l’incrocio semaforico passando per la rotonda. Perché, in alternativa, una volta imboccata la Terminillese provenendo dall’incrocio semaforico, la segnaletica stradale non consente certo di svoltare a sinistra per raggiungere la salita che conduce ad Hospice e Rems: per intenderci, c’è il cartello che indica che le due strutture si trovano sulla sinistra ma, ironia della sorte, non c’è alcun segnale stradale che consenta di effettuare quella svolta, obbligando invece a proseguire dritti lungo la 4 bis o a svoltare a destra, in direzione dello stadio Centro d’Italia. Insomma, a voler dare retta alla segnaletica stradale, sulla carta non c’è alcuna possibilità di raggiungere le due strutture, senza compiere un’infrazione: e così va a finire che, chi non gira improvvisamente a destra provenendo da Vazia, è costretto a svoltare a sinistra provenendo dall’incrocio semaforico ma, anche in questo secondo caso, senza il supporto di segnaletica orizzontale e verticale che legittimi quella svolta. In compenso, però, c’è il cartello che indica sulla sinistra la strada d’accesso alle due strutture: insomma, un capolavoro della viabilità.

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Il Messaggero