Rieti, negli Usa per studiare e giocare, il tennista reatino Andrea Zamurri sogna un futuro a stelle e strisce: «Laurearmi e restare qui»

Andrea Zamurri negli Usa
RIETI - Da Rieti al Missouri grazie al tennis. È la storia di Andrea Zamurri, 20enne reatino, da sempre innamorato della racchetta e della terra rossa, sulla quale versa...

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RIETI - Da Rieti al Missouri grazie al tennis. È la storia di Andrea Zamurri, 20enne reatino, da sempre innamorato della racchetta e della terra rossa, sulla quale versa sudore da anni.


Un curriculum ricco quello del tennista, che parte da Rieti fino ad arrivare ad alcuni dei centri sportivi più autorevoli della Penisola, come quelli di Bologna e Foligno. Tappe fondamentali, che consentono al 20enne la partecipazione a diversi tornei anche all’estero fino all’arrivo, due anni fa, della prima proposta di giocare negli Usa. «Sarei dovuto partire per l’America appena dopo gli esami di maturità – racconta – non me la sono sentita, ma è stata quella proposta a mettermi la pulce nell’orecchio».

Lo scorso anno anche un  college dal Kentucky a bussa alla porta del tennista, reduce da un’ottima prestazione nell’ambito di un torneo in Egitto: anche questa volta la risposta è no. L’unico istituto che fa breccia nel cuore del reatino è la North West  Missouri State University, realtà autorevole nel mondo del tennis americano, che offre una borsa di studio grazie alla quale Zamurri può allenarsi e studiare business e management.

«Il mio percorso di studio dura 4 anni, spero che mi rinnovino la borsa per poter prendere la laurea qui – spiega Zamurri, che ha già le idee piuttosto chiare sul suo futuro – Mi auguro di poter rimanere negli Stati Uniti, di diventare maestro o comunque di trovare un lavoro qui».

Per il momento le premesse sembrano ottime, se si considera che il giovane tennista, residente nella cittadina di Maryville da meno di un mese, ha già riportato la sua prima vittoria in un torneo nel Kansas.
 
Un’esperienza che, comunque vada, resterà indelebile nella memoria del reatino, che ringrazia i genitori, i vari coach e chiunque lo abbia sostenuto nel suo percorso. Obiettivo: continuare su questa lunghezza d’onda collezionando altre mille soddisfazioni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero