Rieti, dopo 44 anni Antonelli ricorda la storica sfida Brina-Vigevano: «Bello tornare, col Tam Tam messaggio d'integrazione»

Massimo Antonelli con due giovani cestisti del Tam Tam Basket di Castel Volturno
RIETI - Dopo oltre 44 anni è tornato nello stesso palasport dove nel 1973 affrontò la Brina con la maglia dell’Ivlas Vigevano  durante la poule per la...

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RIETI - Dopo oltre 44 anni è tornato nello stesso palasport dove nel 1973 affrontò la Brina con la maglia dell’Ivlas Vigevano  durante la poule per la promozione in serie A che terminò con l’epico spareggio di Pesaro vinto dalla Amg Sebastiani ai danni dei lomellini.

 
Si tratta di Massimo Antonelli, romano, 64 anni, playmaker, uno scudetto vinto con la Virtus Sinudyne Bologna diretta da Dan Peterson nel 1976, seguito da una lunga carriera che lo ha poi portato a Napoli, dove è rimasto ad allenare, preferendo sempre lavorare per i giovani e tenerli anche lontani dai guai, piuttosto che inseguire una carriera di vertice.
 
Il suo ultimo grande risultato è stato l’ottenimento della deroga da parte della Fip e del Coni per far giocare nei campionati giovanili i ragazzi del Tam Tam Basket di Castel Volturno: squadra composta interamente da giovani di colore, figli di immigrati e nati in Italia ma che, per il loro status giuridico da stranieri, non avrebbero potuto giocare.
 
Da mercoledì Antonelli e i ragazzi del Tam Tam sono a Rieti per il Torneo dell’Epifania e hanno esordito proprio al PalaCordoni dove Antonelli affrontò la Brina nel 1973.
 
«Sono passati tanti anni – racconta – non ricordo bene tutto. Comunque furono tre partite tecnicamente all’ultimo sangue,  dirette da due allenatori, Lombardi e De Sisti, che erano veri teorici della difesa. Punteggi bassissimi. A Vigevano vinse Rieti – canestro di Napoleoni da metà campo allo scadere – a Rieti, malgrado avessimo giocato in un impianto infuocato, vincemmo noi allo stesso modo. Dello spareggio di Pesaro ricordo un clima rovente: i tifosi reatini erano tantissimi, quelli di Vigevano solo un centinaio. Fu come giocare a Rieti. Altri tempi, forse se avessimo giocato a Bologna avremmo avuto più supporters da Vigevano e almeno sugli spalti ci sarebbe stato più equilibrio e più spinta per noi. Poi chissà».
 

Antonelli comunque si consolò poi a Bologna giocando con fior di giocatori come Villalta, Bertolotti, Fultz, Mc Millen e Driscoll, vincendo uno scudetto. «Grande esperienza – ricorda – Però una volta smesso di giocare ho sempre preferito trasmettere la mia esperienza ai giovani, aiutarli a crescere come persone, farli diventare uomini. E a Napoli è un aspetto assai importante. Il basket è uno sport assai aggregante e quest’ultima esperienza col Tam Tam per favorire l’integrazione di questi ragazzi ormai italiani in tutto (basta sentirli parlare, ndr) nel nostro tessuto sociale, e anche giuridico, è una battaglia che vale assolutamente la pena di combattere. Mi ha fatto piacere tornare a Rieti e ringrazio gli organizzattori di questo eccezionale torneo dell'Epifania che ci permette di portare il messaggio di integrazione del Tam Tam Basket lontano da casa nostra».         Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero