Stazione presa come ricovero notturno da senzatetto. Segnalazione alle istituzioni per aumentare controlli e sicurezza

Persona fotografata mentre dorme all'interno della stazione di Rieti
RIETI - La stazione di Rieti trasformata in un ricovero notturno per sbandati e senzatetto, con l'assenza di qualunque forma di controllo. E' quanto emerge da una denuncia...

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RIETI - La stazione di Rieti trasformata in un ricovero notturno per sbandati e senzatetto, con l'assenza di qualunque forma di controllo. E' quanto emerge da una denuncia arrivata questa mattina da Riccardo Catelli, storico pendolare reatino che, arrivando in stazione alle 5.30 per andare a Roma, ha trovato una persona che dormiva nel corridoio che porta ai binari. Il pendolare ha segnalato la vicenda, con una denuncia indirizzata a Prefetto, Questore, Sindaco e Assessore ai servizi sociali.


«Era da più di un anno che non utilizzavo più questo orario per recarmi a Roma al lavoro - spiega il Pendolare  - Ma ricordo chiaramente che già allora, all’interno della stazione ferroviaria, bivaccava più di un individuo. Segnalai a suo tempo sia agli organi di stampa sia alle forze dell’ordine, questa situazione fastidiosa per chi transita nella stazione ferroviaria, soprattutto in certe fasce orali della sera e in particolar modo per le donne».

Il pendolare ha ricordato le denunce fatte in passato dall'associazione Nome Officina Politica e dall'assessore Giovanna Palomba che, in via del Porto, ha aperto una struttura apposita per i senzatetto. «Purtroppo ho la sensazione che non stia sortendo l’effetto desiderato - scrive l'uomo - pertanto sono qui a richiedere una maggior sensibilizzazione da parte di chi ha l’obbligo di intervenire e ha le competenze per farlo, affinché la Stazione Ferroviaria, ma non solo, possa essere oggetto di maggior presidio e controllo. Sarebbe opportuno riconsiderare il sistema di accoglienza e di integrazione nella nostra città, sistema che non garantisce certezze e rispetto per chi è in difficoltà e genera tensioni e odio nei cittadini verso queste sfortunate categorie di persone, evitando quindi il ripetersi di questi episodi».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero