Rieti, «donne e motori»: un manifesto fa esplodere guerra sessista

Il manifesto
RIETI - Lo striscione della discordia. Non ha fatto in tempo a essere affisso lungo la statale Salaria per pubblicizzare la terza edizione del «Motor Sound Festival»...

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RIETI - Lo striscione della discordia. Non ha fatto in tempo a essere affisso lungo la statale Salaria per pubblicizzare la terza edizione del «Motor Sound Festival» di Passo Corese che subito è stato bollato come sessista da un gruppo di donne residenti in Sabina, promotrici di una petizione per chiederne la rimozione. Avvenuta per opera degli organizzatori della manifestazione che si terrà il 16 giugno nella frazione farense, non appena è giunta la notizia in Comune e prima ancora che la petizione, indirizzata al sindaco Davide Basilicata, arrivasse in municipio.


L’INDIGNAZIONE
A generare lo sdegno sarebbe stata l’immagine di una donna seminuda di spalle che compariva sullo striscione. Un binomio quello «donne e motori» che non nasce a Passo Corese ma è rintracciabile nella maggior parte delle manifestazioni motoristiche. A volte passa inosservato, altre, come questa, suscita indignazione.

L’ACCUSA
«L’evento pubblicizzato – si legge nel testo della petizione - si avvaleva in modo evidente di immagini e contenuti che offendono palesemente le donne messe in mostra, al pari della musica e dei motori, considerate “generi di consumo” e “strumenti di divertimento”, ritratte in atteggiamenti degradanti di esplicito invito alla considerazione del genere femminile come “oggetto sessuale” e “fenomeno da baraccone”. Non c’è nessuna ironia in quello striscione e in quell’evento, che rappresenta solo un immaginario sessista e violento che non deve essere tollerato».

LA REPLICA

Di contro, l’associazione Koresando, organizzatrice dell’evento, rispedisce al mittente ogni accusa. «L’associazione, impegnata in campo sociale negli ultimi 10 anni, si è vista ingiustamente diffamare da alcune persone – dicono gli organizzatori - che per mezzo di Facebook hanno apostrofato l’evento come “fiera della carne fresca” e additato gli organizzatori come “privi di vergogna di mostrare il loro immaginario maschilista violento”. Ragione per la quale si è provveduto a sporgere formale denuncia querela, con la riserva di agire nei confronti di chi sarà ritenuto responsabile per tutti danni ingiustamente arrecati all’associazione».
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Il Messaggero