RIETI - Lo striscione della discordia. Non ha fatto in tempo a essere affisso lungo la statale Salaria per pubblicizzare la terza edizione del «Motor Sound Festival»...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L’INDIGNAZIONE
A generare lo sdegno sarebbe stata l’immagine di una donna seminuda di spalle che compariva sullo striscione. Un binomio quello «donne e motori» che non nasce a Passo Corese ma è rintracciabile nella maggior parte delle manifestazioni motoristiche. A volte passa inosservato, altre, come questa, suscita indignazione.
L’ACCUSA
«L’evento pubblicizzato – si legge nel testo della petizione - si avvaleva in modo evidente di immagini e contenuti che offendono palesemente le donne messe in mostra, al pari della musica e dei motori, considerate “generi di consumo” e “strumenti di divertimento”, ritratte in atteggiamenti degradanti di esplicito invito alla considerazione del genere femminile come “oggetto sessuale” e “fenomeno da baraccone”. Non c’è nessuna ironia in quello striscione e in quell’evento, che rappresenta solo un immaginario sessista e violento che non deve essere tollerato».
LA REPLICA
Di contro, l’associazione Koresando, organizzatrice dell’evento, rispedisce al mittente ogni accusa. «L’associazione, impegnata in campo sociale negli ultimi 10 anni, si è vista ingiustamente diffamare da alcune persone – dicono gli organizzatori - che per mezzo di Facebook hanno apostrofato l’evento come “fiera della carne fresca” e additato gli organizzatori come “privi di vergogna di mostrare il loro immaginario maschilista violento”. Ragione per la quale si è provveduto a sporgere formale denuncia querela, con la riserva di agire nei confronti di chi sarà ritenuto responsabile per tutti danni ingiustamente arrecati all’associazione».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero