L’INDIGNAZIONE
A generare lo sdegno sarebbe stata l’immagine di una donna seminuda di spalle che compariva sullo striscione. Un binomio quello «donne e motori» che non nasce a Passo Corese ma è rintracciabile nella maggior parte delle manifestazioni motoristiche. A volte passa inosservato, altre, come questa, suscita indignazione.
L’ACCUSA
«L’evento pubblicizzato – si legge nel testo della petizione - si avvaleva in modo evidente di immagini e contenuti che offendono palesemente le donne messe in mostra, al pari della musica e dei motori, considerate “generi di consumo” e “strumenti di divertimento”, ritratte in atteggiamenti degradanti di esplicito invito alla considerazione del genere femminile come “oggetto sessuale” e “fenomeno da baraccone”. Non c’è nessuna ironia in quello striscione e in quell’evento, che rappresenta solo un immaginario sessista e violento che non deve essere tollerato».
LA REPLICA
Di contro, l’associazione Koresando, organizzatrice dell’evento, rispedisce al mittente ogni accusa. «L’associazione, impegnata in campo sociale negli ultimi 10 anni, si è vista ingiustamente diffamare da alcune persone – dicono gli organizzatori - che per mezzo di Facebook hanno apostrofato l’evento come “fiera della carne fresca” e additato gli organizzatori come “privi di vergogna di mostrare il loro immaginario maschilista violento”. Ragione per la quale si è provveduto a sporgere formale denuncia querela, con la riserva di agire nei confronti di chi sarà ritenuto responsabile per tutti danni ingiustamente arrecati all’associazione».
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