Rieti, quattro anni fa lo storico accesso del Real alla finale scudetto. Zanchetta ripercorre le emozioni: «Stagione super»

La gioia per la conquista della finale scudetto (foto Massimo Rinaldi)
RIETI - Il 19 maggio è una giornata che probabilmente rappresenta uno spartiacque della ormai lunga vita del Real Rieti. Quello spartiacque che per la formazione...

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RIETI - Il 19 maggio è una giornata che probabilmente rappresenta uno spartiacque della ormai lunga vita del Real Rieti. Quello spartiacque che per la formazione amarantoceleste ha segnato il passaggio tra la "normalità" e l'essere "grandi".


Il 19 maggio 2016 il Real viveva l'attesa della sua prima finale scudetto, all'indomani del successo in gara 3, in un PalaMalfatti strabordante, ottenuto contro la Luparense di Honorio, Miarelli, Taborda, Foglia, Moura, Giasson, Bissoni e tanti altri.

Una stagione strepitosa quella, perché forse inaspettata, con la vittoria della Winter Cup ed una squadra capace di costruire equilibri ed alchimie uniche, capace di attrarre le attenzioni di chi, un po per passione e un po per curiosità, aveva scelto di tifare Rieti ed il Real.

A quattro anni di distanza le emozioni di chi ha vissuto quei momenti sono ancora vive, e le racconta colui che, forse più di tutti, era diventato l'idolo dei tifosi, Xuxa Zanchetta. Lo era diventato per quel gol all'ultimo respiro contro il Montesilvano, per quelli rifilati alla Cogianco nella finale della Winter Cup.

«E' stato un anno fantastico - racconta Zanchetta - dove tutto girava per il verso giusto. Ogni partita c'era sempre più gente al PalaMalfatti, la città respirava davvero calcio a 5. Dopo la vittoria della Winter Cup contro la Cogianco la nostra fiducia era cresciuta in maniera incredibile, nei playoff un quarto di finale incredibile contro il Montesilvano. Poi quel gol all'ultimo secondo. E' tutto incredibile, emozioni che restano a distanza di anni. Quel gol ci ha fatto capire che poteva succedere di tutto».

L'eliminazione del Pescara, la grande favorita di quella stagione, proprio per mano della Luparense, da al Real l'opportunità di giocare la semifinale scudetto col vantaggio del fattore campo: sconfitta in gara 1 a San Martino, poi le vittorie al PalaMalfatti in gara 2 e gara 3: «Per noi sono state tre battaglie, davvero - racconta Zanchetta - ci siamo meritati quella finale li».

Rimangono tante immagini di quelle serate, ma su tutte quelle delle lacrime del patron Roberto Pietropaoli. Il sogno scudetto svanì poi per mano dell'Asti, quello formato da tantissimi campioni, tanti che avevano vestito la maglia del Real, e chi l'avrebbe vestita poi anni dopo, come per esempio Romano e Ramon. Nelle parole di Zanchetta c'è tanto orgoglio, ma anche il rammarico di essere dovuti "migrare" a Teramo.

«A Rieti avremmo vinto noi! Dopo aver vinto gara 1 ad Asti - spiega ancora Zanchetta-, abbiamo pagato caro di non aver giocato nella nostra città, sono sicuro che il tricolore sarebbe arrivato a Rieti. Anche a Teramo non abbiamo mai mollato, recuperando una partita all'ultimo secondo e dimostrando di avere un cuore gigante».


Zanchetta non ha dubbi: «Sono da 14 anni in Italia e quella resta la stagione più bella di tutte, potevamo portare a casa il tricolore, rimane qualche rimpianto, ma Asti era una grandissima squadra. Voglio ringraziare, a distanza di anni, chi ci è stato vicino, la passione che si respirava, chi tifava con noi con tutto il cuore. Voglio mandare un abbraccio virtuale, da Xuxa Zanchetta a tutti i reatini».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero