RIETI - Il vescovo di Rieti, Domenico Pompili, chiede a parroci e fedeli di pregare perché scenda la pioggia a placare siccità e incendi e c’è chi lo...
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Lette le parole di Pompili, non ci ha pensato un attimo e si è lanciato in una critica durissima. «Fossi uno dei tuoi sacerdoti – scrive il parroco - ti disubbidirei seccamente e ti taccerei di essere più pagano che cristiano. Molto probabilmente il nostro Dio non è lo stesso Dio ed io non credo nel dio in cui tu credi. Il mio Dio non fa il meteorologo, non è un sismologo, non muove il mondo come il burattinaio muove i suoi burattini. Il mio Dio non è un deus ex machina che viene in supporto all’irresponsabilità dell’uomo! Credo invece nel Dio che abita la coscienza dell’uomo e la interpella nella sua consapevolezza e responsabilità. Mancando questa non ci sono dèi che tengano. Nemmeno il tuo dio!».
A rincarare la dose un post scriptum nel quale don Aldo chiede quale sia la differenza tra «i primitivi che danzavano per la pioggia e i cristiani che pregano per la pioggia». Intanto sul centro Italia ha cominciato a cadere la pioggia, che ha placato in parte gli incendi e ha dato respiro alla terra arida. Che sia merito delle preghiere oppure no, non è certo facile dirlo. Più facile, invece, è dire che le parole del vescovo Pompili e la replica di don Aldo hanno già scatenato una tempesta. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero