Rieti, Pirozzi riceve la Panchina d'Oro: "Dedicata alla mia gente"

Pirozzi con Ulivieri, Rivera e Tavecchio (foto Figc)
RIETI – Prima l’investitura a successore di Allegri, poi la Panchina d’oro. Sergio Pirozzi, non c’è che dire, è l’uomo del momento, tra...

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RIETI – Prima l’investitura a successore di Allegri, poi la Panchina d’oro. Sergio Pirozzi, non c’è che dire, è l’uomo del momento, tra premi e visibilità. E quell’importante riconoscimento ritirato stamattina a Coverciano  - mentre i tecnici di A e B hanno eletto il tecnico del Napoli quale vincitore per la Panchina d’Oro vera e propria - ne è la dimostrazione.


"Per il suo straordinario contributo, umano e civile, al fianco della popolazione di Amatrice”: questa la motivazione con cui ha accolto l’Aiac il sindaco-allenatore che adesso “allena la sua gente” ma che fino al 23 agosto faceva sudare e correre pure i ragazzi del Trastevere, prossimi al balzo in Lega Pro dal girone H della Serie D. Senza contare la Primavera dell’Ascoli, la promozione del Rieti in C2, i trascorsi da giocatore e allenatore di realtà belle come la stessa Amatrice, ma anche Ostia e Viterbo.

LA DEDICA
"Il premio lo dedico alla mia gente, a chi non c'è più ma anche al mondo del volontariato che è stato straordinario – ha ribadito Pirozzi, facendo seguito ad un lungo post della settimana scorsa in cui annunciava il riconoscimento - Quando ho saputo del premio ero felice ma poi ho riflettuto da cosa scaturiva ossia da una grande tragedia. In questo momento ho una grande squadra che è la mia comunità, poi c'è il popolo italiano che è straordinario. Il mio pensiero spesso va a chi non c'è più però per conservare la squadra abbiamo bisogno di esempi positivi e di solidarietà e questa non manca. Quando ho saputo del premio ho pensato a tutti gli allenatori che non vincono sul campo ma vincono le sfide della vita. E' un premio che va anche a loro''.

Pirozzi è anche intervenuto con un parallelismo con i tragici fatti di Alatri e del giovane massacrato dal branco: ''Se i ragazzi che hanno fatto quella cosa vergognosa ad Alatri nella vita avessero avuto buoni allenatori forse non sarebbe successo. Tutti noi siamo allenatori, anche un genitore lo è e lo sono anche i politici poi ci sono i bravi allenatori che sono quelli che non vincono ma trasmettono i valori giusti".

Alla premiazione presenti diverse personalità del mondo calcistico italiano, tra cui Gianni Rivera e il riconfermato presidente della Figc Carlo Tavecchio, con cui è immaginabile Pirozzi possa aver scambiato due parole sulla ricostruzione dei campi sportivi di Amatrice.

Domani Pirozzi sarà ospite a Rebibbia per l’evento Aiac Lazio dedicato alla seconda edizione dei premi riservati ai tecnici della regione di qualsiasi categoria. Poi, un altro premio: quello Coni Lazio insieme a Roberto Pietropaoli, patron del Real Rieti.

PIROZZI, RANIERI, ALLEGRI E SARRI
A vincere la Panchina d’oro vera e propria Aiac è stato Maurizio Sarri, con 25 voti. Secondo Max Allegri e terzo Eusebio Di Francesco, proprio colui che lunedì scorso ad Amatrice aveva indicato Pirozzi quale miglior successore del tecnico bianconero sulla panchina della Juventus. E nello sliding doors di Coverciano non è mancato Claudio Ranieri, il tecnico del miracolo-Leicester.


Proprio la squadra campione d’Inghilterra, neanche a un mese dal sisma, venne portata come simbolo di rinascita, di forza: “Il Leicester  l’anno scorso ha vinto il campionato inglese contro i pronostici iniziali. Oggi per noi comincia un campionato lungo pieno di difficoltà ma se la squadra si allena bene, suda sul campo e dà esempio di grande dignità come la mia gente. Sicuramente Amatrice rinascerà”. Quella rinascita, con i suoi ostacoli e le sue difficoltà è partita. Ora starà al mister-primo cittadino utilizzare pedine e modulo adatto per vincere la partita.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero