RIETI - Tegola giudiziaria per l'ex presidente della Sebastiani basket Gaetano Papalia e per suo fratello Umberto: la procura di Roma ha chiuso un'inchiesta nella quale...
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La procura ipotizza che la Ippodromo Tor di Valle sia stata costituita ad arte e portata al fallimento con operazioni dolose, l'ultima delle quali sarebbe stata la restituzione prima del tempo del bene principale che aveva in gestione: l'ippodromo appunto. La società venne costituita ad aprile del 2008 e a maggio, rappresentata da Gaetano Papalia, acquistò dal medesimo Papalia la decotta «Ippodromi e città Srl», compreso il contratto di affitto dell'Ippodromo (di proprietà della Sais, che fa capo sempre ai Papalia) e se ne accolla i 16milioni di debiti. La Ippodromo Tor di Valle accumula altri debiti e non paga mai l'Iva fino al fallimento.
Due anni dopo, la Sais vendette il terreno su cui sorge l'ippodromo ad Eurnova del costruttore Parnasi. E nel 2013 ottenne lo scioglimento del contratto di affitto a Ippodromo Tor di Valle: «Lo scioglimento anticipato del contratto - sostengono il procuratore aggiunto Nello Rossi e il pm Mario Dovinola - e la restituzione anticipata del terreno erano formalmente giustificati sulla base del debito maturato da Ippodromo Tor di Valle verso la Sais per canoni non pagati, laddove l'inadempienza e il conseguente debito erano conseguenza della oggettiva e preordinata condizione di insolvenza in cui versava la Ippodromo Tor di Valle sin dalla data in cui la Ippodromo Tor di Valle Srl l'aveva acquistata». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero