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RIETI - «Non posso dare una data sulla riapertura del PalaSojourner, ma mi chiedo perché nessuno approfondisca il problema. E aggiungo che dal Pd non accetto alcuna morale, visto la situazione che mi hanno lasciato». Mariano Calisse incassa e contrattacca: il presidente della Provincia non ci sta a fare da capro espiatorio per la mancata riapertura del palazzetto dello sport. Un problema che ha creato polemiche, con prese di posizione prima del Pd e poi dei gruppi di opposizione (Pd, Psi, M5s, Rieti Città futura e Possibile) che hanno parlato di «situazione mal gestita per l’incapacità del Presidente», aggiungendo in una nota: «Calisse aveva tranquillizzato sui lavori, prendendosi i meriti. Il palazzo dello sport sarà ancora chiuso e le responsabilità, caro Presidente, sono tutte dell’amministrazione provinciale che lei guida». L’atto d’accusa prosegue con domande che Calisse rispedisce al mittente. «Accetto gli attacchi dei giornalisti e mi sono preso gli insulti dei tifosi, ma non accetto le lezioni dal Pd», afferma il presidente, che aggiunge: «È la formazione politica che ha governato per 30 anni la Provincia. Ha lasciato un PalaSojourner che non rispondeva ad alcuna norma, una piscina profondamente danneggiata e una società che gestiva gli impianti che non pagava dipendenti e fornitori, e che ha 400mila euro di debito col nostro Ente. Per questo non accetto i loro attacchi».
Niente data di apertura
Quando riaprirà il PalaSojourner? «Date non ne voglio dare - dice Calisse - ma mi piacerebbe che qualcuno andasse a fondo sui problemi, su ciò che è stato fatto e ciò che mancava. Posso dire che il palazzo doveva essere chiuso, invece le società hanno chiesto di continuare a usarlo e la ditta che andava a fare i lavori spesso si doveva fermare. Abbiamo fatto un adeguamento sismico che mancava, ci sono le uscite di sicurezza a norma e poi abbiamo scoperto il problema dei bagni. Era una situazione da terzo mondo, impossibile da sostenere e abbiamo dovuto sostituire 54 water». Sabato, il blocco alla riapertura che Calisse spiega così: «I lavori sono finiti venerdì e abbiamo riunito la commissione provinciale sport e spettacolo. Finora il palazzo si apriva su deroga e avere il parere della commissione era un grande passo avanti. Sembravano tutti d’accordo per la riapertura parziale di una tribuna. Poi c’è stato un burocrate a cui non è andata bene la situazione, perché non è chiaro se il Genio Civile può accettare solo un collaudo parziale. C’è chi si nasconde dietro la burocrazia». Oggi si proseguirà la pratica con il Genio Civile e, forse, si potrà far luce sulla riapertura, che non è scontata neanche per domenica prossima.
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Il Messaggero