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RIETI - C’è vita ed energia oltre i rifiuti. Così come c’è lavoro, sviluppo e futuro oltre la crisi. Il messaggio arriva forte e chiarissimo dal Nucleo industriale di Rieti, dove c’è chi cresce, garantendo occupazione e nuovi posti di lavoro. Storia bella, di casa nostra, che arriva dalla Reset, realtà che in 6 anni è passata da semplice startup ad azienda in piena produzione, con quasi 70 persone impiegate stabilmente. «E avremmo superato le 100 unità a fine 2020 se il Covid non c’avesse messo lo zampino», racconta Emanuele Melchiorri, uno dei 4 soci fondatori. Sabato la Reset ha messo in piedi un Adventure, l’incontro “Alla scoperta del biochar: dallo scarto alla risorsa”, in collaborazione con il Tedx Rieti, di cui l’azienda è stata main sponsor. Tantissime le persone arrivate in via Maestri del Lavoro, sede principale, per assistere a una spiegazione di come è possibile ridurre le emissioni di anidride carbonica, valorizzando biomasse di scarto per produrre energia rinnovabile. I responsabili hanno raccontato la storia dell’azienda, partita nel 2015 dall’idea di 4 reatini e che ha brevettato il SyngaSmart, impianto di cogenerazione per la produzione combinata di energia elettrica e termica da biomasse legnose. Impianti realizzati nello stabilimento reatino, che possono essere utilizzati per il teleriscaldamento di ospedali, scuole e piccole comunità e che sono utili per industrie, aziende agricole e aziende che vogliono produrre energia. I responsabili, come il socio e direttore tecnico Luciano Di Felice, il socio e direttore innovazione Luigi Iannitti e il direttore marketing Valerio Manelfi, hanno illustrato il ciclo produttivo degli impianti costruiti a Rieti, che vengono assemblati all’interno di container e realizzati in 3 differenti “misure”, con differenti capacità di produzione, da 50 a 200 Kwe.
Le richieste
I prezzi degli impianti variano dai 120mila euro al milione e mezzo.
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Il Messaggero