Rieti, accumulatrice seriale di cani e gatti: definitiva la sentenza di condanna

Montopoli di Sabina
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RIETI - Sentenza definitiva di condanna per la 66enne Barbara Cavicchioli, nota alle cronache per il suo compulsivo accumulo di animali domestici, detenuti nella sua abitazione (e nelle parti esterne, in una sorta di canile lager) a Montopoli di Sabina, in condizioni insopportabili per le loro caratteristiche etologiche. In particolare, la vicenda processuale fa riferimento a un sequestro di cani e gatti, circa una settantina, a novembre 2014. Solo pochi mesi prima, ad aprile 2014, le erano stati sequestrati 120 animali. Carabinieri e carabinieri forestali, insieme a personale del Servizio Asl di Rieti, hanno rinvenuto gli animali in pessime condizioni igienico-sanitarie, malnutriti, affetti da parassitosi, privi di acqua e cibo.

Le tappe. Alcuni cani furono ritrovati legati con catene di due metri agli alberi o ai termosifoni di casa e poi ancora cani di taglia medio-grande in anguste gabbie con grate di ferro sulla pavimentazione o in trasportini con l’apertura verso il muro per impedirne l’uscita. In primo grado il giudice del tribunale di Rieti aveva inflitto alla donna la pena di 16 mesi di reclusione, ridotta poi dalla Corte di Appello di Roma a 6 mesi. La Corte ha però confermato la condanna per maltrattamento di animali, non accogliendo la richiesta della difesa di derubricare il reato a detenzione incompatibile. La difesa della donna ha impugnato anche la sentenza di Appello, ma il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Settima sezione penale della Cassazione e la condanna è dunque passata in giudicato. Soddisfazione dall’avvocato Raffaella Sili, che ha seguito tutti i gradi di giudizio in qualità di difensore di “Incrociamolezampe”, l’associazione animalista presieduta da Rita Storri che si è costituita parte civile nel processo penale e che da anni combatte per la tutela degli animali e affinché Cavicchioli venga fermata nella sua attività di accumulatrice e maltrattatrice.

 

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Il Messaggero