Gli aquiloni di Montopoli in esposizione a Roma

Aquiloni
RIETI - Cento aquiloni per rappresentare i tremila anni della loro storia in esposizione a Roma, presso la prestigiosa Sala di Santa Rita in via di Campitelli, ossia davanti al...

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RIETI - Cento aquiloni per rappresentare i tremila anni della loro storia in esposizione a Roma, presso la prestigiosa Sala di Santa Rita in via di Campitelli, ossia davanti al teatro Marcello, a due passi dal Campidoglio. La mostra, intitolata «Aquiloni: un filo lungo tremila anni», è curata e organizzata da Guido Accascina per Alivola, direttore del museo degli automata di Montopoli di Sabina ed è promossa dall'Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica, Dipartimento Cultura - Servizio Spazi Culturali di Roma Capitale.


«E' un grande onore per il nostro piccolo museo di provincia - ha detto Accascina nel corso della presentazione della mostra - poter tornare in un luogo espositivo così prestigioso come quello di Santa Rita, dove lo scorso anno abbiamo registrato un successo di oltre cinquantamila presenze che hanno visitato e conosciuto le nostre macchine automa esposte in gran parte a Montopoli in Sabina. Oggi esponiamo oltre cento esemplari che testimoniano aquiloni di tutte le forme, le dimensioni, i materiali e gli utilizzi di questi oggetti volanti e della loro straordinaria vitalità a tremila anni dalla nascita. Il filo conduttore della mostra - proseguone Accascina - è la scoperta del dialogo col vento, attraverso il quale gli aquiloni prendono vita, e sono tante le angolazioni possibili da cui guardare questi oggetti: la storia, i progetti, le forme, la costruzione, il volo».

Gli organizzatori hanno scelto di percorrere la ricostruzione storica come filo conduttore: una sezione sui progetti propone una classificazione ed una genealogia degli aquiloni. Una sezione sulle tecniche di volo spiega quali siano le forze responsabili del comportamento statico e dinamico dell'aquilone, mente una sezione sui materiali mostra aquiloni realizzati in carta di riso, bambù, fino al tessuto da spinnaker e al carbonio, con fili di cotone o resistentissimi cavi di traino in Dyneema. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero