RIETI - «Abbiamo sempre comunicato alla Questura di Rieti tutti i dati personali dei soggetti che alloggiavano in albergo. Non abbiamo mai favorito nessuno». A parlare, tramite...
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«Premesso - sostiene l’avvocato Napoleoni - che non risulta alcun procedimento a carico del signor Cerroni, benché iscrizioni suscettibili di comunicazione in ragione delle indagini sopra richiamate, si rileva la circostanza che la struttura alberghiera, nel regolare e legittimo svolgimento della propria attività, ha sempre puntualmente comunicato alla competente Questura i dati personali dei soggetti alloggianti all’interno dell’albergo: ciò affinché venga chiarita la totale assenza di qualsivoglia attività “favoreggiante” della struttura».
L’avvocato Napoleoni spiegapoi che il signor Cerroni harinunciato a fare ricorso contro il provvedimento di chiusura per quindici giorni, disposto dal Questore, Antonio Mannoni. «Nel più ampio intento di collaborazione - spiega il legale del titolare dell’Hotel Blu - il signor Cerroni, sicuro della legittimità dell’operato della propria struttura alberghiera, ha ritenuto opportuno altresì rinunciare a promuovere qualsivoglia ricorso, tanto gerarchico quanto quello presso il competente Tar, avverso il provvedimento di chiusura temporanea notificatogli dalla Questura, al chiaro fine di facilitare le forze dell’ordine nel raggiungimento di una più rapida soluzione dell’incresciosa situazione insorta, posto che è interesse della struttura alberghiera giungere al giusto chiarimento di tutta la vicenda».
L’indagine della Mobile, ricordiamo, ha permesso il 23 agosto scorso di accertare numerosi casi di donne straniere e transessuali, per lo più latino-americani, che si prostituivano all’interno dell’Hotel Blu dopo aver pubblicizzato i loro annunci sul sito “bakecaincontri.com”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero