Si incatenò lo scorso giugno al palazzo comunale in Sabina per difendere il suo lavoro: ora è stato licenziato

Poggio Mirteto
RIETI - Finisce senza lieto fine, con un licenziamento disciplinare, la battaglia di Tullio Micheli, dipendente della Gea srl che ha gestito il servizio di raccolta dei rifiuti,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

RIETI - Finisce senza lieto fine, con un licenziamento disciplinare, la battaglia di Tullio Micheli, dipendente della Gea srl che ha gestito il servizio di raccolta dei rifiuti, prima nei comuni dell’unione Bassa Sabina poi a Stimigliano, fino a quando l’Ente non ha deciso di dire no al passaggio in Saprodir ed entrare nell’Asm di Magliano Sabina. Micheli gestiva l’isola ecologica, ancora chiusa dopo il cambio societario, ma a differenza dei colleghi non è stato trasferito in Saprodir, che ha motivato la scelta legandola al mancato utilizzo dell’isola situata sul territorio di Stimigliano e quindi fuori dalle competenze della ditta.

Le tappe
Da quel momento in poi, Micheli ha tentato in ogni modo di far valere le sue ragioni, anche con proteste eclatanti, come quando il 29 giugno scorso si incatenò sulla loggia del palazzo comunale di Poggio Mirteto, ottenendo di essere ascoltato dal prefetto di Rieti. Ne è seguito anche un ricorso alla Saprodir, che è stato rigettato perché l’assunzione di Micheli, per il tribunale di Rieti, dipendeva da Asm, che dovrebbe gestire l’isola ecologica e non alla Saprodir. I rapporti tra l’azienda e l’operatore ecologico, che appartiene a una categoria protetta, sono andati progressivamente a peggiorare. Fino alla lettera di licenziamento, inviata all’inizio di novembre, in cui viene contestata la condotta del lavoratore a seguito della pubblicazione sui social di un video youtube da parte di Micheli, in cui raccontava anche di controlli delle forze dell’ordine avvenute all’interno dell’isola ecologica. Gea ha ritenuto quei contenuti diffamatori e arrecanti danno all’azienda e ha quindi disposto il licenziamento per giusta causa, contro cui Micheli ha però deciso di presentare ricorso, anticipandolo da una lettera di impugnazione già spedita. 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero